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Lunedì, 29 Aprile 2024
esternalizzazione servizi

"Un pasticcio, un business": così la sanità regionale viene definita in una trasmissione televisiva nazionale

Simona Liguori, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg: "Pensare di risolvere le criticità esternalizzando pezzi di sanità pubblica non è la soluzione"

"Un pasticcio". Così la sanità del Friuli Venezia Giulia è stata descritta durante una trasmissione televisiva andata in onda su Rete 4 qualche sera fa. Il servizio, che si riferiva al personale medico straniero impiegato nella sanità regionale, non è sfuggito alla consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, Simona Liguori. "Non può essere ignorato", ha dichiarato. "Presenterò un'interrogazione per sapere se il presidente Fedriga sia a conoscenza di quanto sta accadendo nei nostri ospedali e come intenda smentire o replicare a un servizio giornalistico che descrive il caso come "un pasticcio", come "un business" e che indubbiamente mette in cattiva luce la sanità regionale", continua Liguori in una nota. "Per la sanità la Regione spende ogni anno oltre tre miliardi di euro. Pensare di risolvere le criticità della carenza dei medici e della fuga del personale sanitario dagli ospedali esternalizzando pezzi di sanità pubblica non è evidentemente la soluzione. E di questo gli abitanti del Friuli Venezia Giulia se ne accorgono ogni giorno".

Anestesisti ospedalieri

A seguito del servizio, ha fatto sentire la sua voce anche la segreteria regionale di Aaroi Emac, l'associazione anestesisti rianimatori ospedalieri. "La trasmissione ha evidenziato e confermato in maniera eclatante e fortemente preoccupante quello che denunciamo pubblicamente da tempo e che recentemente ha portato all’attenzione di cittadini e amministratori del Friuli Venezia Giulia rispetto alla preoccupante gestione del Pronto Soccorso di Latisana", scrivono gli anestesisti in una nota. "L'Azienda sanitaria Friuli centrale e il suo direttore generale ammettono candidamente di aver delegato completamente a cooperative ed enti privati il reclutamento, l’assunzione, la valutazione, la gestione, la remunerazione e il controllo dei professionisti sanitari cedendo interi rami d’azienda a spregiudicati soggetti il cui unico fine è il lucro. Queste cooperative vincitrici di appalti ad hoc, intascano ingenti somme di denaro pubblico e solamente una minima parte viene poi data ai sacrificali medici stranieri che vengono ammaliati da grandi promesse, sottopagati e lanciati nella difficile prima linea sanitaria senza conoscere la lingua, senza alcuna esperienza di sistema sanitario italiano e con possibili carenze formative e professionali tanto che la normativa italiana non ne riconosce il titolo senza una certificazione- parificazione", continuano i sanitari regionali. "Facciamo un serio e rinnovato appello al presidente Fedriga affinché ponga immediati e drastici correttivi a questa gestione. Ci riserviamo infine di segnalare alle autorità competenti una situazione fuori controllo richiedendo verifiche specifiche sulla qualità offerta da questi servizi appaltati, sugli esiti, sugli incidenti, sulla mala gestione di casi e pazienti e sui flussi di denaro pubblico", conclude la nota firmata dalla segreteria regionale dell'associazione presieduta da Alberto Peratoner. 

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