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Vaccini in vacanza e terza dose dal 2022: le regole

Il generale Figliuolo annuncia l'immunizzazione nei luoghi di villeggiatura con l'accordo delle Regioni. Ma soltanto ad alcune condizioni

Alla fine il generale cambia idea: su pressione delle Regioni, il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo apre alla somministrazione del vaccino in vacanza ma soltanto "per eccezionali motivi". E quindi la seconda dose sarà fatta in vacanza soltanto a chi soggiornerà per lunghi periodi in città diverse da quelle di residenza e avrà anticipato per tempo l'intenzione di sottoporsi al completamento dell'immunizzazione nel luogo di villeggiatura.

Ma intanto si ragiona anche sulla terza dose del vaccino contro il coronavirus. Si comincerà da 20 milioni di italiani considerati a rischio per fragilità (ovvero patologie pregresse), professione o età. E si immagina di cominciare da novembre, possibilmente insieme al vaccino antinfluenzale e dare un'accelerata fino a marzo-aprile. 

Le regole 

L'apertura ai vaccini in vacanza è arrivata ieri con una lettera di Figliuolo agli enti locali. Nella quale il generale ha spiegato che "laddove per eccezionali motivi dovesse rendersi necessaria la somministrazione della seconda dose a lavoratori e turisti che soggiornano al di fuori della Regione di residenza per un periodo di permanenza congruo questa struttura, qualora informata con adeguato preavviso, è disponibile al riequilibrio delle dosi da distribuire". Secondo il commissario i vaccini in vacanza sono "più uno spot che una necessità", perché "già siamo organizzati per i lavoratori non residenti o per chi si sposta in altre regioni per lungo tempo". Per quanto riguarda la registrazione, invece, "le attuali procedure, qualora correttamente implementate dalle Regioni, consentono la regolare tenuta dei flussi informativi". 

Vaccini in vacanza

Secondo le regole per i vaccini in vacanza, dovrà essere l'interessato ad avvertire che soggiornerà per un lungo periodo in una città diversa da quella dove ha ricevuto la prima dose. La somministrazione verrà registrata nell’anagrafe vaccinale nazionale gestita dal ministero della Salute che farà fede per il rilascio del Green pass. Un compito che verrà affidato ai tecnici di Sogei che gestiscono le piattaforme della tessera sanitaria. Ma si ragiona anche attorno alla possibilità di un call center che gestisca tutto attraverso la comunicazione del codice fiscale. Le proiezioni delle prenotazioni danno una curva dei richiami non così affollata nelle due settimane centrali di agosto. Anche grazie al margine di manovra che offrono i sieri: quelli a Rna messaggero come Moderna e Pfizer consentono una flessibilità nella seconda dose che oscilla tra i 21 e i 42 giorni, mentre per AstraZeneca lo spazio temporale è tra le otto e le dodici settimane. Per la prima metà di agosto tra i 25 e i 30 milioni di italiani potrebbero essere già coperti a ciclo completo (o con il monodose J&J): quindi non avranno bisogno della portabilità del vaccino.

Ad agosto non dovrebbe esserci alcun problema per le dosi, visto che sono in programma consegne molto superiori alle necessità. Mentre per ora sono esclusi i turisti che arrivano dall’estero, nonostante alcune Regioni, come il Veneto, lo abbiano chiesto. "Anche sulla base di una richiesta pervenutami dalla conferenza delle Regioni, stiamo dando il massimo della flessibilità. Già in fase di prenotazione, le persone devono poter calibrare la loro prenotazione in modo da non far cadere la seconda dose nel periodo delle vacanze. Se ciò dovesse avvenire e qualcuno dovesse pensare di non poter rientrare, le regioni si stanno impegnando a fare in modo che si possa fare la dose in un'altra regione in cui si trascorre la propria vacanza", ha annunciato  Figliuolo. 

La terza dose

Intanto dalle parti della struttura commissariale si ragiona su un'altra tematica sul tavolo, quella della terza dose di vaccino. L’obiettivo, spiega oggi Repubblica, è coprire con la terza dose i soggetti più fragili, per età (over 60-65) o per motivi di salute. È prevista anche per gli operatori sanitari e per chi svolge lavori essenziali. Il totale è stimato in 20 milioni di persone. Saranno utilizzati vaccini che si basano sulla tecnologia dell’Rna, in particolare Pfizer. Come da programma Ue che ha ordinato per il prossimo anno 900 milioni di dosi Pfizer.
C’è ancora qualche incertezza legata ai tempi dell’immunità, ma si presume che duri almeno un anno. L’ipotesi è quella di partire con le terze dosi già a partire da gennaio prossimo, ossia a un anno dai primi vaccini. Per quanto riguarda i luoghi di somministrazione c’è l’intenzione di dismettere i grandi hub una volta raggiunta un’adeguata copertura della popolazione. Le terze dosi quindi sarebbero affidate ai medici e ai pediatri di famiglia. Anche se secondo l’Ema, Agenzia europea per i farmaci, è prematuro decidere ora. 

Che il prescelto per la terza dose sia Pfizer-BioNTech è un ragionamento che si basa sul fatto che la Commissione europea ha già detto di non voler confermare per l’anno prossimo i contratti con chi produce quelli a vettore virale come AstraZeneca. Sia per i problemi con le consegne che hanno ritardato i piani vaccinali dei paesi europei soprattutto all'inizio, sia per la questione della trombocitopenia, che però potrebbe essere risolta dalle case farmaceutiche sia per quanto riguarda Vaxzevria che per Johnson & Johnson. C’è invece un accordo per l’acquisto di 900 milioni di dosi di Pfizer, basato sulla tecnologia dell’Rna messaggero che viene considerata molto affidabile per efficacia e sicurezza.

La terza dose potrebbe poi servire a contrastare le varianti che stanno circolando adesso quando calerà l’immunizzazione della popolazione. Per adesso anche quella indiana non sembra in grado di aggirare l'immunità. Altrimenti i vaccini verranno cambiati per renderli validi anche contro le varianti. Il piano partirà da fragili, lavoratori a rischio e anziani. 

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