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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Cos'è la pista di 70 chilometri per motoslitte di cui si parla in regione

Collegherà Sappada, Forni di Sopra, Sauris e Ampezzo: è stata voluta dal vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini

Di piste per motoslitte in Friuli Venezia Giulia si è cominciato a parlare - concretamente - nell'ottobre del 2019. Il nuovo consiglio regionale si era insediato da qualche mese e il suo vicepresidente, il leghista Stefano Mazzolini da sempre legato ai temi della montagna, infilò il tema nella discussione del disegno di legge 62 sulle misure finanziarie intersettoriali, ovvero sulle variazioni di bilancio autunnali. Mazzolini proponeva, già in fase di campagna elettorale nel 2018, di creare dei corridoi percorribili dalle motoslitte, considerato dallo stesso uno "sport emergente", per collegare Sauris, Sappada e Forni di Sopra. In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook in data 24 marzo 2018, si vede lo stesso Mazzolini a bordo di una motoslitta che spiega l'idea.

Una volta insediato, il leghista ha proposto dunque la creazione di questa pista con uno stanziamento dalla variazione di bilancio e, soprattutto, attraverso una deroga per percorsi in territori sottoposti a vincolo idrogeologico. Le prime critiche sono arrivate per bocca dell'allora capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello. "Il consigliere leghista ha tentato di infilare nel ddl 62 una norma che, a suo dire, accettava una situazione di irregolarità, cancellando il divieto di attraversare zone soggette a vincolo idrogeologico o ambientale, giustificando tale previsione con la razionalizzazione dei tempi di lavoro dei forestali, che "invece di correre in lungo e in largo a inseguire quelli che girano con la motoslitta" avrebbero avuto tempo per svolgere altre mansioni", ha dichiarato al tempo (era il 23 ottobre 2019) il dem. "Solo dopo la nostra protesta in Aula, in evidente difficoltà Mazzolini ha prima interrotto la seduta e poi ritirato l'emendamento. Questa pessima figura è il metro di come si fanno le leggi in questa Regione", ha continuato Bolzonello.

Contrari

La Regione Friuli Venezia Giulia, comunque, ha poi dato il via libera definendo uno specifico regolamento per le motoslitte, tanto che Legambiente si espose con l'assegnazione di una "bandiera nera" - in contrasto con quelle verdi attribuite dall'associazione ambientalista a progetti che si pregiano di adattamento creativo e innovativo, sostenibilità e valorizzazione del territorio - proprio all'ente regionale e ai quattro Comuni interessati, ovvero Ampezzo, Forni di Sopra, Sappada e Sauris. "Per aver liberalizzato la circolazione delle motoslitte nel periodo invernale su oltre settanta chilometri di strade forestali montane. di “circuiti a uso esclusivo dei mezzi a motore, interdetti a ogni altro utilizzatore”, questa la motivazione di Legambiente. “Scialpinisti, sci escursionisti, appassionati di camminate con le ciaspole non sono evidentemente desiderati. Non possono, a questo punto, che condividere il commento del Presidente regionale del CAI: è una pessima notizia per la montagna!” ha commentato Marco Lepre, presidente del Circolo Legambiente della Carnia.

A storcere il naso, però, non sono stati solo gli ambientalisti. Anche il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell aveva espresso la sua perplessità presentando un'interrogazione alla giunta Fedriga per "conoscere tutti i dettagli e quali siano state le autorizzazioni ambientali fornite per il progetto di attività motoristica a scopo ricreativo che vedrà prossimamente la luce". Questo accadeva a dicembre 2022. Honsell ha definito l'idea di Mazzolini come un "progetto che porta con sé serie preoccupazioni circa i possibili effetti negativi sulle nostre montagne, in quanto il passaggio delle motoslitte causerà inquinamento e i rumori emessi dagli stessi mezzi metteranno a dura prova la fauna selvatica presente nella zona. (...) Non è andando avanti con progetti di cementificazione del territorio (come per la salita al Monte Lussari in vista del Giro d'Italia) o con progetti dal forte impatto come in questo caso che si porta avanti un'idea strategica per il futuro turistico della nostra regione", concluse il consigliere.
Una risposta è arrivata, sui solleciti di Honsell, dall'assessore alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier soltanto cinque giorni fa. "La realizzazione di determinati percorsi per motoslitte è consentita nel rispetto di un iter amministrativo preciso che si basa su richieste da parte dei vari soggetti, cioè i Comuni, valutazione dei percorsi e autorizzazioni per l'utilizzo. Il proponente dell'intervento - ha specificato Zannier - è obbligato a chiedere la valutazione dell'incidenza per percorsi che prevedono attraversamento delle aree di Natura 2000".
Alle parole dell'assessore ha replicato il coordinatore provinciale del Movimento 5Stelle Mauro Capozzella. "Rileviamo effetti negativi sull'inquinamento, sulla rumorosità e sul disturbo sonoro causato alla fauna selvatica e agli escursionisti. La realizzazione di questi percorsi per motoslitte, già banditi in molte altre regioni d'Italia e in alcuni vicini Paesi confinanti, si basa su richieste degli stessi Comuni che dovrebbero, invece, cercare nuove strade per favorire il turismo in montagna".

La delibera

Nell'ottobre del 2022 il progetto ha comunque visto l'ok della giunta regionale: la delibera di riferimento è la 1622/2022, "Individuazione dei percorsi sui quali è consentita la circolazione delle motoslitte nei territori sottoposti a vincolo idrogeologico all'interno dei comuni di Sappada-Poldn, Sauirs Zahre, Ampezzo e Forni di Sopra". La delibera specifica che i "percorsi individuati dovranno essere appositamente segnalati a cura di coloro che li realizzeranno, con indicazioni riguardo ai limiti di utilizzo, nel rispetto della normativa ambientale e paesaggistica" e che "le prescrizioni e raccomandazioni predisposte dalla struttura regionale competente per l’attività di prevenzione del rischio da valanghe costituiscono condizione necessaria per la realizzazione di tutti". La realizzazione della pista sarà così vincolata all’individuazione di un responsabile della “sicurezza valanghe” e alla realizzazione di un piano di gestione che identifichi nella mappa i settori del tracciato con particolare riguardo a quelli a rischio di valanghe. I circuiti così previsti diventeranno a uso esclusivo dei mezzi a motore, interdetti a ogni altro “utilizzatore”. In caso contrario i sindaci saranno responsabili anche degli escursionisti che vi transiteranno.
 

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