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Lunedì, 29 Aprile 2024
Digitalizzazione

Ricette mediche su carta: il Friuli Venezia Giulia "troppo indietro nella dematerializzazione"

"Ancora troppa burocrazia, non abbiamo imparato nulla dalla pandemia Covid 19": è l'accusa lanciata dal presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine, Gian Luigi Tiberio

La dematerializzazione completa delle ricette mediche non è ancora realtà in Friuli Venezia Giulia. Le impegnative restano in versione cartacea, con il pericolo che scadano e problemi di una gestione non corretta delle visite di controllo. A lanciare l’allarme l’Ordine dei Medici provinciale che mette sul piatto i disguidi legati alla burocrazia e invoca nuovamente, come soluzione, la dematerializzazione completa. 

Ricette per farmaci

“Dato che, causa la grave carenza di medici sul territorio, molti professionisti hanno aumentato i carichi di lavoro per dare assistenza ai pazienti rimasti senza medico – afferma il presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine, Gian Luigi Tiberio – eravamo ansiosi di vedere finalmente portato a termine il percorso della ricetta dematerializzata, che ridurrebbe, in modo sostanziale, il carico burocratico inutile portando grandi vantaggi per l’assistenza. La Regione farebbe un grande favore ai pazienti andare verso la completa dematerializzazione sarebbe estremamente vantaggioso”. Non stampare più le ricette comporterebbe un fondamentale passo avanti verso la semplificazione burocratica. Tiberio porta l’esempio dei dispositivi per i diabetici che ancora oggi vengono prescritti su ricetta rossa, quindi da ritirare nell’ambulatorio del proprio medico di famiglia: “Non si capisce perché questi dispositivi non si possano prescrivere con la ricetta dematerializzata e lo stesso vale per alcune categorie di farmaci come le benzodiazepine. Chiediamo attenzione a certi percorsi, per altro già attivati in altre regioni. Qui no”. E prosegue: “Avevamo ricevuto l’annuncio del completamento della dematerializzazione lo scorso settembre 2023 ma a oggi rimane un lavoro compiuto a tre quarti. Eppure durante la pandemia, dopo un’attesa di molti anni, in pochi giorni siamo stati in grado di passare alle ricette dematerializzate. Non comprendo perché fermarci ora, perché, a un passo dalla meta, non portare a termine questo importantissimo percorso”.

Visite specialistiche e di controllo

“Perché dobbiamo nuovamente arrancare?” chiede Tiberio, snocciolando anche altre problematiche legate allo snellimento burocratico, a partire dalla scadenza delle impegnative per le visite specialistiche. “A scadere dovrebbe essere solo la priorità che viene segnalata sull’impegnativa, non l’impegnativa stessa – precisa – a meno di prestazioni urgenti. Invece, puntualmente, il paziente, se non prende appuntamento entro una certa data, viene rimandato dal medico di medicina generale per una nuova impegnativa. Ciò rappresenta un accesso inutile negli ambulatori, che potremmo evitare facilmente”. Altro neo, poi, quello delle visite specialistiche di controllo. Se il Covid ha consentito di accelerare sulla digitalizzazione, dall’altra parte ha lasciato anche un’eredità “in negativo”, ovvero la gestione delle visite di controllo.

“Purtroppo ci trasciniamo ancora un’abitudine ereditata dal Covid – spiega Tiberio – quasi sempre per gestire gli appuntamenti delle visite di controllo si richiede che queste vengano classificate come prioritarie, ma in realtà questo criterio è previsto solamente per le prime visite. Esistono due agende, quelle per le prime visite e quelle per i controlli. Dal Covid in poi, le visite di controllo hanno visto allungare di molto i tempi d’attesa, per cui, per ovviare al problema, si è pensato di usufruire delle agende delle prime visite, utilizzando i criteri di priorità anche per queste. Il risultato è quello di portare via posto a chi prenota una prima visita che si vede allungare a sua volta i tempi d’attesa”. Per Tiberio il problema è che, molto spesso, prenotando al Cup una visita di controllo, "i pazienti vengono rimandati al medico di medicina generale per una nuova impegnativa dato che il Cup accetta solo di prenotare le prime visite perché per i controlli non c’è un’agenda dedicata. Anche in questo caso – conclude Tiberio – oltre all’inutile carico di lavoro burocratico per il medico di medicina generale, a rimetterci è il paziente, costretto a un estenuante andirivieni, considerando anche che i ticket da pagare sono diversi tra una prima visita e una di controllo”.

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