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"Non era una rapina a mano armata, ma una truffa": scarcerati i due accusati

Svolta nel caso dei 450 mila tamponi Covid. Tutto grazie a un video delle telecamere di sorveglianza nell'abitazione degli accusati che sono stati rimessi in libertà. Piergiorgio Bertoli, difensore dei due imputati: "I miei assistiti sono innocenti"

"Scarcerati perché la rapina non esiste, sono innocenti". Con queste parole esordisce l'avvocato Piergiorgio Bertoli sul caso della presunta rapina a mano armata per la quale i suoi assistiti – una coppia di nomadi, M. B. di 33 anni e G.B. di 30 anni –, residenti a Pradamano erano stati arrestati martedì scorso dalla Polizia di Stato. I due erano finiti in carcere, uno a Udine e uno a Trieste, per le ipotesi di reato di rapina a mano armata e truffa. La questura aveva diramato una nota in merito ai fatti accaduti.

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La nuova versione dei fatti

Nessuna rapina, in pratica. A fare chiarezza sull'accaduto un video che l'avvocato Bertoli ha fatto avere al giudice. Nel filmato, registrato dall'impianto di video sorveglianza dell'abitazione dei due, è chiaro che i tre soggetti coinvolti nella vicenda erano d'accordo per uno scambio di denaro. L'uomo che lamentava la rapina aveva proposto di dare ai due la somma di 200 mila euro in cambio di "soldi sporchi". Non c'era in ballo nessun acquisto di 450 mila tamponi Covid a un prezzo di favore. "Anche in questa occasione emerge la superficialità delle indagini della questura di Udine, sarebbe bastato interrogare i miei assistiti per capire che la denuncia e la ricostruzione dei fatti dell'uomo che li accusava era quantomeno non congrua. Mi sembra che sarebbe stato il caso di avere un po' di prudenza prima di affibbiare la nomea di rapinatori a due persone che risultano totalmente innocenti ". Innocenti in merito al reato di rapina a mano armata ha poi puntualizzato il difensore. "Lo scambio di denaro è avvenuto in modo pacifico. Dall’audio del video – ha detto l’avvocato  Bertoli –, si capisce chiaramente che i tre si erano accordati per ottenere soldi puliti al posto di soldi sporchi, che i miei assistiti avevano millantato di avere in grande quantità. Per questo la persona che asserisce di essere vittima di rapina si era presentata a casa loro, all’una di notte, con quella cifra spropositata. Tra l'altro con un'auto coupé che non avrebbe mai potuto trasportare la quantità di tamponi che si dice fossero oggetto della vendita organizzata". In più, sempre secondo Bertoli, era stato l'uomo a contattare i due nomadi, non il contrario.

Quindi è stata revocata la misura della custodia cautelare e i due sono stati immediatamente liberati. Il pubblico ministero, titolare del fascicolo, potrebbe ora riqualificare i fatti nei termini di una truffa anche se il reato non sarebbe procedibile per tardività della querela che è stata presentata a marzo 2023, mentre i fatti risalgono a luglio 2022. "I miei assistiti stanno pensando se querelare l'uomo che li ha accusati per calunnia – ha concluso Bertoli – . Si riservano di decidere nei prossimi giorni".

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