rotate-mobile
studenti / Centro / Piazza I Maggio

In 200 in piazza per Lorenzo, "morto di scuola-lavoro"

Si è svolto questa mattina in piazza Primo Maggio a Udine il presidio organizzato da studenti e studentesse che hanno voluto ricordare Lorenzo Parelli, morto venerdì scorso in fabbrica, e accendere una riflessione sul tema della sicurezza

L'aria fredda di questo mattino di fine gennaio non ha impedito a studenti e studentesse di ritrovarsi in piazza Primo Maggio nel nome di Lorenzo Parelli, lo studente di Morsano di Strada morto venerdì 21, una settimana fa, al suo ultimo giorno di stage presso la Burimec di Lauzacco. Un presidio, organizzato in primis dall'Udu - unione degli studenti universitari- di Udine, al quale hanno partecipato circa 200 persone, tra ragazzi e ragazzi dell'Università, rete degli studenti medi, ovvero delle scuole superiori, ma anche rappresentanti dei sindacati. Presente in piazza a Udine anche uno degli organizzatori della manifestazione di Roma, Tommaso Biancuzzi coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi, dove si sono verificati anche violenti scontri con le forze dell'ordine. In piazza Primo Maggio non sono comparsi simboli di partito e il presidio si è svolto pacificamente. 

Il presidio

"Non è scuola, non è lavoro", il grande tetto sotto il quale hanno trovato spazio gli interventi di studenti e studentesse. Sulla collinetta di piazza Primo Maggio si sono alternati, introdotti da Pietro Cordaro, gli interventi ufficiali di Matteo Saro, rappresentate dell'Istituto Bearzi, Lorenzo Locati, rappresentante del liceo Stellini, Tommaso Visentin dell'Unione degli studenti, esponenti del Collettivo studentesco solidale, Filippo Simaz della Rete degli studenti medi e Ambra Canciani dell'Udu Udine, intervallati da studenti e studentesse che sono voluti e volute intervenire liberamente parlando delle loro esperienze. Oltre a loro hanno preso parola Alessandro Tosolini e Giovanni Orzincolo della Federazione giovani comunisti, Anna Filardo di Priorità alla scuola, e i e le rappresentanti del Collettivo Crasi, di Get Up e una delegazione di Acmos direttamente da Torino, in aggiunta a Massimo Gargiulo della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil e Dino Spanghero dell'Anpi provinciale.

Un insieme di voci non sempre concordanti sul messaggio da lanciare in merito all'alternanza scuola-lavoro, ma unite sulla necessità di riflettere sulla sicurezza in ambito lavorativo e scolastico e, soprattutto, nel ricordo di Lorenzo Parelli. 

"Un nome, il suo, che si aggiunge alla già lunga lista di persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Non possiamo parlare di incidente, di fatalità imprevedibile. Quanto successo è frutto della fame di profitto di aziende senza cultura della sicurezza" è quanto si legge nel volantino che annuncia il presidio. "L’intento di questa mobilitazione vuole essere quello di ricordare Lorenzo e, partendo da questo evento, instaurare una riflessione sui temi della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, dell’impoverimento dell’offerta formativa del sistema scolastico, del lavoro senza diritti e tutele. Per troppi anni questi temi non sono stati affrontati in maniera collettiva, per troppi anni questa riflessione è stata affrontata in maniera marginale e solo da alcuni soggetti facenti parte della comunità studentesca. Ci troviamo quindi per affrontare questi argomenti in maniera trasversale grazie alla partecipazione di diverse organizzazioni".

Il ricordo

A soffermarsi sul ricordo di Lorenzo è stato Matteo Saro, rappresentante dell'Istituto Bearzi e compagno di classe durante la prima superiore dello stesso Parelli. "Non è facile trovare le parole per descrivere quello che è successo. È chiaro che la morte di Lorenzo segnerà tutti noi giovani, soprattutto quelli che come lui stanno intraprendendo e intraprenderanno il suo stesso percorso scolastico. Oggi siamo qui riuniti per far sì che la morte di Lorenzo non venga dimenticata, ma invece diventi simbolo della capacità di investire in maggiore sicurezza e maggiore attenzione sul lavoro, al fine di evitare il peggio".

Alternanza scuola-lavoro, stage e Pcto sotto la lente d'ingrandimento

Sotto attacco, da più fronti, le dichiarazioni della vicepresidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli in cui prendeva le difese dell'alternanza scuola-lavoro nata da "una delle leggi che più sta dando competitività al nostro sistema scolastico e produttivo", ovvero la Legge 107/2015 apportata dalla Riforma della Buona Scuola che ha reso obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro in tutti gli indirizzi di studio della Scuola secondaria di secondo grado. Ad essere contestata la parola "competitività", che per gli studenti e le studentesse presenti svilisce l'obiettivo primario della scuola che è quello formativo e non quello produttivo. 
Non sempre bocciato, però, il senso della legge che, però, "dovrebbe essere rivista e riformata". Per Matteo Saro, del Bearzi, "il sistema di alternanza scuola-lavoro funziona molto bene e segna personalmente ogni individuo che vi aderisce, creando in costui una coscienza di lavoratore e la consapevolezza di saper scegliere, preparandolo al futuro che lo aspetta non troppo lontano dal termine dei suoi studi. La stessa madre di Lorenzo ha affermato che suo figlio era volenteroso, felice e soprattutto sereno nel recarsi la mattina in azienda. La sua anima nobile e altruista non vorrebbe mai chiedere o pretendere la sospensione degli stage".

La morte di Lorenzo sia occasione per accendere riflessione sul sistema scuola-lavoro

"Se la formazione non deve avvenire solo all'interno delle mura scolastiche, ma anche all'interno delle realtà produttive, dove gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani, deve essere una formazione che si estrinseca in un'esperienza professionale fatta di regole certe, chiare e in sicurezza", così Lorenzo Locati del liceo "Stellini" di Udine. 

La gallery fotografica

  • Presidio 28 gennaio Lorenzo Parelli

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In 200 in piazza per Lorenzo, "morto di scuola-lavoro"

UdineToday è in caricamento