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Martedì, 30 Aprile 2024
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Lavoratori di Arriva Udine in difficoltà, al Comune interessa poco

Per il personale è necessario un tavolo su salari, turni, qualità del servizio e sicurezza

"Questa è la rappresentanza sindacale che vogliono i lavoratori. L’azienda ne prenda atto e avvii un tavolo per affrontare e risolvere i nodi delle retribuzioni, della carenza di personale, della sicurezza, della qualità del servizio". È il messaggio lanciato ai vertici di Arriva Udine dalla Filt Cgil, da Asi Au e dalla neoeletta Rsu, votata da 308 dipendenti nelle elezioni dello scorso mese di settembre. Elezioni il cui esito l’azienda, secondo quanto lamentano i rappresentanti dei lavoratori, non intende riconoscere. "Questa presa di posizione aziendale risulta inaccettabile e soprattutto è inaccettabile che le organizzazioni sindacali di Cisl, Uil, Faisa e Ugl ignorino il voto dei lavoratori, che hanno chiaramente scelto da chi vogliono essere rappresentati", si legge nel comunicato firmato dalla Rsu, illustrato questa mattina a Udine di fronte alla sede di Arriva, nel corso di una conferenza stampa con presidio, alla presenza di una quarantina di lavoratori. A portare la propria solidarietà ai lavoratori sono intervenuti i consiglieri regionali Massimiliano Pozzo (Pd), Simona Liguori (Patto per l'autonomia), Furio Honsell (Open Sinistra, collegato al telefono) e il portavoce del M5S Cristian Sergo. Tra i consiglieri comunali presente solo Stefano Salmè (Io amo Udine). Del resto dell'opposizione e soprattutto della maggioranza nessuna traccia. Da Palazzo D'Aronco hanno fatto sapere di essere impegnati con la giunta, ma vista l'importanza del tema si poteva pensare a inviare sul posto almeno un consigliere. Così facendo si dimostra scarso interesse nei confronti del trasporto pubblico. 

I rappresentanti

Forti di un voto espresso dal 60 per cento dei dipendenti e dall’80 per cento degli autisti, Giuseppe Mazzotta (Filt-Cgil) e Claudio Caporale (Asi Ud), con Nicola Lauzzana a nome della Rsu, chiedono all’azienda l’apertura immediata di un tavolo di confronto per gestire le tante questioni aperte: "Da tempo – si legge ancora nel comunicato – stiamo denunciando la carenza di personale, le basse retribuzioni e un abbandono costante e inesorabile del territorio del Friuli Venezia Giulia attraverso appalti, subappalti ed esternalizzazioni varie. Siamo qui oggi in qualità non solo di dipendenti di Arriva Udine, ma anche in qualità di contribuenti che in questa Regione vivono e partecipano al benessere del welfare locale: chiediamo quindi a tutti i giovani studenti, ai lavoratori, ai pensionati e a tutti coloro che usufruiscono dei mezzi pubblici, di creare assieme a noi un fronte comune per arrestare queste dinamiche inaccettabili".

"I politici non badano a noi"

Rivendicazioni, quelle portate avanti nei confronti dell’azienda, che il sindacato rilancia anche alla politica e alle istituzioni: "Chiediamo alla politica regionale, che di fatto ha appaltato il proprio ruolo di controllore, di attivarsi nel più breve tempo possibile per ripristinare quella qualità del servizio che era fiore all’occhiello fino a poco tempo fa. Chiediamo a tutte le istituzioni di voler rappresentare il diritto di un servizio utile al contribuente e non all’appaltante, oltre a che ripristinare quell’equilibrio sindacale che oggi crea grosse problematiche". Sotto accusa, in particolare, i livelli retributivi, la pesantezza nei turni e il progressivo declino della qualità del servizio: "Abbiamo sacrificato per anni la nostra vita personale, abbandonando le nostre famiglie, lavorando con turni massacranti lunghi anche 14 ore, per trovarci oggi a subire uno smantellamento progressivo che la giunta comunale e regionale non vedono o cercano di non vedere".

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