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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Spostamenti, ristoranti, cinema e palestre: come e quando riapre l'Italia

Dalle prossime settimane partirà il processo di graduale ripresa per trainare l'Italia fuori dal lockdown. Una serie di tappe disegnate dal decreto legge in preparazione. Che potrebbe sancire la ripresa dal 26 aprile o dal 3 maggio

Lunedì 3 maggio. Potrebbe essere la data giusta per il ritorno della zona gialla. Il governo guidato da Mario Draghi ragiona attorno all'ipotesi di cominciare in quella data un processo di graduale riapertura per portare il Friuli Venezia Giulia e l'Italia fuori dal lockdown. Il processo, numeri dell'epidemia permettendo, si concluderà in autunno, ma il passaggio tra maggio e giugno sarà quello decisivo. 

Le indiscrezioni sulla riapertura ai primi di maggio arrivano mentre già oggi ci sono undici regioni e province autonome che hanno numeri da zona gialla – compresa la nostra – ma rimarranno comunque in zona arancione anche dopo l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza per effetto dell'ultimo decreto di Draghi, che ha sospeso le aree a minori restrizioni. La data del 3 maggio non è presa a caso.

Ieri infatti il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, dopo l'incontro con il presidente del Consiglio, ha alzato il prezzo della trattativa tra rigoristi ed aperturisti sulle riaperture: "Per noi il miglior ristoro è cominciare con delle graduali riaperture che non vuol dire liberi tutti. Ispiriamoci innanzitutto a un principio di ragionevolezza e di buon senso e poi facciamo riferimento al fatto che nel decreto è previsto che se i dati lo permettono si possa riaprire. Se i dati sono da zona gialla in alcune Regioni non capiamo perché non si possano allentare un po' le restrizioni. Quando queste durano a lungo la gente rischia di ignorarle", ha detto Romeo. Dando ad intendere che il Carroccio chiede riaperture già dalla prossima settimana. Cosa esclusa a priori non solo dai rigoristi ma dallo stesso Draghi. 

Lo stesso premier oggi annuncerà le riaperture "graduali" da fondare sui dati e sui numeri dell'epidemia. Prima alle Regioni con cui è in programma un incontro. Poi nella conferenza stampa attesa per la serata. Dove si comincerà a presentare lo schema del decreto di cui si attende l'approvazione a breve, forse già la prossima settimana. La gradualità nelle riaperture sarà garantita da un cronoprogramma che prevede un calendario ben preciso, che leghi le riaperture progressive all'andamento della campagna vaccinale.

Cosa riapre il 26 aprile? Cosa succede a inizio giugno?

In questa ottica, scrive Repubblica, il 26 aprile potrebbe arrivare un "cauto allentamento", che è però "ancora da confermare". Ovvero quello di tenere aperte alcune attività commerciali in zona rossa dove i negozi sono chiusi. La vera svolta però è prevista per il 3 maggio, concluso il week end della Festa del Lavoro. Per quella data Draghi ha in mente di riaprire in presenza tutte le scuole di ordine e grado, anche in zona rossa. E di far tornare in vigore il sistema a tre colori, con il ritorno della zona gialla. L'intenzione per quella data è di far tornare accessibili al pubblico anche cinema e teatri. Nelle zone gialle riprenderà il servizio dei bar anche se si parla di cambiare l'orario di chiusura impostandolo alle ore 16. E naturalmente riapriranno i ristoranti a pranzo.

Qui si apre la possibilità dell'apertura serale, ovvero quella per cena. Che potrebbe arrivare per la metà del mese oppure da subito ma soltanto nelle aree dove i numeri del contagio sono bassi. In ogni caso la decisione si porterà con sé anche il cambio dell'orario del coprifuoco. Che dovrà essere giocoforza portato oltre le ore 22. Altre date potrebbero essere decisive nel calendario della riapertura. Un secondo step è previsto per il 17 maggio. E lì dovrebbe arrivare l'ok agli spostamenti tra regioni (in zona gialla?). L’altra ipotesi è aprire per metà maggio i ristoranti anche in zona arancione, ma solo a pranzo e soltanto all’aperto. 

A inizio giugno, probabilmente il 7, insieme allo stop alle lezioni a scuola si potrebbe ricominciare a riaprire tutto. Ovvero anche palestre e piscine, sulle quali si stanno comunque già studiando i protocolli per permettere un ritorno a metà maggio. Sempre che nel frattempo la maggioranza non si spacchi. Perché il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha chiesto di riportare la zona gialla in vigore dalla fine di aprile. C'è però un problema, ovvero il Comitato Tecnico Scientifico e la sua posizione, che verrà illustrata durante la Cabina di Regia del governo, in programma prima dell'inizio dell'incontro con le Regioni. 

Il Cts infatti non sembra ad oggi entusiasta della possibilità di riaprire con queste date. E non mancherà di farlo presente al presidente del Consiglio e ai ministri. Il quotidiano anticipa che gli scienziati non si mostreranno “aperturisti”. Anzi, raccomanderanno un approccio assai cauto, almeno finché la vaccinazione di massa non avrà coperto la gran parte degli anziani e dei soggetti fragili. Anche perché non cessa l’allarme generato dalla variante sudafricana, che nelle ultime ore sembra farsi spazio nei Paesi più avanti con la vaccinazione – come il Regno Unito – e rischia di complicare la campagna di immunizzazione di massa.

Le nuove regole per le zone gialle

La riapertura in programma per il 3 maggio e l'eventuale anticipo per il 26 aprile si portano dietro anche i protocolli per le attività. I presidenti di Regione hanno approvato ieri il loro piano per le riaperture di bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine e stabilimenti balneari. Le regole fissate dalle Regioni seguono sempre la regola del distanziamento, persino raddoppiato a due metri dentro bar e ristoranti. "Misure che se rispettate - è scritto nelle linee guida regionali - possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio". La Stampa oggi anticipa un possibile calendario-cronoprogramma delle riaperture:

  • il 26 aprile riapriranno i ristoranti nelle regioni "virtuose";
  • il 3 maggio riapriranno i ristoranti in zona gialla;
  • il 15 maggio tocca agli stadi con 15mila spettatori; 
  • il 16 maggio si programma la riapertura sia a pranzo che a cena; 
  • il 3 giugno potrebbe essere la data giusta per palestre e piscine

Quindi da qui si partirà per riorganizzare anche le regole della zona gialla. Ma le regole entro le quali sarà possibile procedere agli allentamenti non sono ancora certe. Su questo è al lavoro il Comitato Tecnico Scientifico, ora alle prese con le linee guida delle Regioni. Tra le proposte avanzate nel documento, però, sembra difficile che possa essere accolta la possibilità di applicare misure analoghe da estendere anche alla zona rossa, oltre a quella di permettere l'utilizzo di docce e spogliatoi in palestre e piscine.

Secondo il protocollo dei governatori, le misure previste per l'intero settore della ristorazione "possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo che della cena". Negli esercizi di ristorazione che prevedono posti a sedere non si consuma al banco dopo le 14. Anche il gioco con le carte o con altri materiali di cui non è possibile garantire una "puntuale e accurata disinfezione", dicono le Regioni, sono consentite "purché siano rigorosamente rispettate" una serie di indicazioni, come l'uso della mascherina, igienizzazione delle mani e delle superfici di gioco, rispetto della distanza di un metro sia tra i giocatori allo stesso tavolo sia tra tavoli vicini. L'essere vaccinati non fa cadere l'obbligo di utilizzare la mascherina in bar, ristoranti, cinema e teatri. Nei locali al chiuso vanno rispettati i due metri di distanza, all'aperto si riduce a un metro: in entrambi i casi va tenuta la mascherina quando non si è seduti. Nuove misure per le riaperture delle palestre, ma no allo sport da contatto fisico.

Bisognerà inoltre regolamentare l'accesso agli attrezzi, delimitando le zone per garantire almeno un metro di distanza tra le persone che in quel momento non svolgono attività fisica e almeno due metri durante l'attività fisica. Per cinema e spettacoli dal vivo, le misure si mantengono se integrate con tamponi all'ingresso, test negativi effettuati nelle ultime 48 ore e completamento della vaccinazione. Almeno un metro di distanza - frontale o laterale - tra spettatori se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla.

Si lavora anche alla revisione dei parametri del monitoraggio della cabina di regia sui profili di rischio, con diverse ipotesi: dalla soglia minima sul numero di tamponi da effettuare in ogni regione a dati più recenti per la valutazione dell'Rt, fino ad un tasso di copertura vaccinale di circa il 70% per le fasce a maggiore rischio - over 80 e fragili - da tenere in considerazione nelle varie regioni.

(da Today.it)

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