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Cronaca

"Udine sotto le stelle", alzano la voce gli esercenti "danneggiati e ignorati"

I titolari dei locali "Pizzeria Cantina Fredda", "Pilutti's Steak House" e "Ristorante Pizzeria Al Gelso" hanno fondato un comitato: ritengono l'iniziativa pericolosa per la salute e discriminatoria nei confronti di chi non ha un'attività in centro storico

Negli ultimi giorni quella sensazione di libertà legata al sole e all'aria aperta, alle risate con gli amici e alla possibilità di stare seduti intorno al tavolino di un bar a ridere e chiacchierare, si è rifatta decisamente concreta. Complice la combinazione "zona gialla" e temperature abbondantemente primaverili. Una spinta in questo senso l'aveva data la scorsa estate l'Amministrazione comunale di Udine, istituendo l'iniziativa Udine sotto le stelle: strade chiuse nei fine settimana, tavoli dei bar e dei ristoranti all'aperto e una fiumana di gente a invadere il centro città. L'iniziativa, che era prevista fino a ottobre, aveva coinvolto il primo tratto di Mercatovecchio, le vie Poscolle, Gemona e Aquileia e Largo dei Pecile: il cuore di Udine, insomma. L'alto numero dei contagi che si cominciavano a registrare a ottobre aveva spinto gli organizzatori ad annullare gli eventi in previsione in via Aquileia. Già durante i mesi estivi, però, a manifestare scontentezza per le scelte dell'amministrazione erano stati diversi soggetti: da una parte per la scarsità di controlli che non avrebbero garantito le distanze di sicurezza tra gli avventori, dall'altra per l'esclusione di alcuni esercizi dai vantaggi – evidenti – legati alla manifestazione.

Il comitato "Danneggiati & Ignorati"

Così, rappresentato dagli avvocati Massimiliano Sinacori e Roberto Mete, è nato il Comitato "Danneggiati & Ignorati", sulla spinta dei promotori Gianfrancesco Fierro, Enrico Gelodi e Alessandro Cuomo, rispettivamente titolari delle attività "Pizzeria Cantina Fredda" di via Di Toppo, "Pilutti's Steak House" al Partidor e "Ristorante Pizzeria Al Gelso", in via Del Gelso. A seguirli già alcune decine di esercenti, commercianti e cittadini udinesi. L'oggetto della discussione, come anticipato, è: da una parte il fatto che l'iniziativa avrebbe facilitato la diffusione disordinata di tavoli, sedie e banconi in tutte le vie interessate, rendendo difficile applicare i divieti di assembramento imposti dai protocolli cautelari in vigore. Dall'altro che l'iniziativa dell'Amministrazione avrebbe favorito alcuni esercenti a scapito di altri, avendo valorizzato alcune zone della città a danno delle altre.

Mancanza di controlli

A detta del comitato "Danneggiati & Ignorati", inoltre, la carenza di validi presìdi di vigilanza e controllo del rispetto delle cautele prescritte ha indotto molti esercenti ad "allestire nuovi angoli di ristorazione, sempre all'aperto lungo le vie del centro cittadino, con la predisposizione di weber a carbone, banconi bar luminosi e impianti refrigeranti per la birra", un comportamento che ha avuto come conseguenza "il pericoloso implemento di tavoli, sedie e, ovviamente, avventori, non rispettosi, per lo più, delle regole di distanziamento". Per il Comitato, "l'iniziativa comunale, che è stata annunciata, e persino ampliata per il numero delle giornate dedicate, anche per la primavera/estate 2021 (e ciò, nonostante la curva epidemiologica non mostri segni di cedimento) merita, ora, un'accurata, profonda ed equilibrata riflessione".

Alcune zone discriminate

Quel che i promotori del Comitato contestano all'amministrazione comunale, attraverso una lettera che i loro legali rappresentanti hanno inviato all'attenzione del sindaco di Udine Pietro Fontanini e all’assessore alle attività produttive Maurizio Franz è che "se nel corso della bella stagione – ma non solo – al netto dei vacanzieri e delle prescrizioni a tutela della salute, il numero pur contenuto di clienti si è sempre equamente distribuito tra i ristoranti e i vari esercizi commerciali della città, "Udine sotto le stelle 2020" ha palesemente e gravemente condizionato gli equilibri esistenti, favorendo, di fatto, alcuni esercenti, evidentemente più "fortunati" per l'ubicazione della loro attività nelle aree di festa cittadina, con conseguente danno per molti altri".

Le richieste

"Con il nuovo progetto l'amministrazione comunale intende "concentrare", di fatto, tutti i cittadini interessati a cenare fuori casa, in tutti i fine settimana estivi, negli spazi, circoscritti, del centro città, spazi di cui potranno beneficiare, ad esempio, solo alcuni ristoratori", contestano i tre esercenti tramite i rappresentanti. Per loro, l'iniziativa comunale ha "gravemente pregiudicato anche gli altri esercizi commerciali, non ubicati lungo le strade interessate dall'iniziativa stessa": dal pomeriggio del venerdì a quello del sabato (ovvero della domenica, per chi poteva aprire) i possibili clienti "venivano inibiti dalla barriera umana, che avrebbero dovuto attraversare per raggiungere il negozio di fiducia".

Le proposte

A fronte di queste considerazioni, il comitato ha considerato che "l'amministrazione non avrebbe avuto l'ardire di riproporre l'iniziativa nell'anno in corso, quantomeno non con la medesima formula adottata nel 2020". Quel che propongono è di rivedere l'iniziativa, "per una sola giornata al mese non compresa nei fine settimana", ad esempio, in modo da non pregiudicare "l'equa distribuzione della potenziale clientela, fra tutti gli operatori commerciali, in ogni campo e in ogni area cittadina, nelle fondamentali serate del venerdì e del sabato, con contestuale, e oltremodo apprezzabile riduzione del rischio per la salute pubblica".

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