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Cronaca Majano

Campane troppo rumorose: dopo la multa, indagato Don Emmanuel

Non si placa la vicenda nata dopo l'esposto dei 4 cittadini di Majano. Tecnici già al lavoro per attenuare il volume. Il parroco coinvolto dall'inchiesta penale è stato ascoltato dalla Polizia giudiziaria. Ma la multa e le campane sono ancora da pagare

Dopo la multa da 3800 euro, ora il parroco di Majano, Don Emmanuel Runditse, si trova indagato in un'inchiesta penale; e tutto per colpa del suono troppo forte - di ben 3,5 decibel in più - emesso dalle campane della sua chiesa. Secondo quanto appurato dall'Arpa, il volume dei tre elementi sistemati sulla sommità del nuovo campanile supera la quota dei 60 decibel consentiti per legge dal Decreto del Ministero dell'Ambiente del 16 marzo 1998.

La processione e la Festa per i Santi Patroni Pietro e Paolo disturbata dalla querelle sulle campane

Magistratura al lavoro

La storia alla “Don Camillo e Peppone”, venuta a galla a luglio del 2017 e che aveva richiamato l'attenzione della cronaca nazionale, non è finita nelle sceneggiature di qualche pellicola ma direttamente sui tavoli della Procura di Udine. A riferirlo è la giornalista Luana de Francisco sulle pagine del Messaggero VenetoIl curato, originario del Burundi e da 20anni residente in Friuli, è infatti accusato dalla Procura di Udine per «disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone» con un capo d'imputazione, formulato dal pm Elena Torresin, che parla di «volumi altissimi». Concluse le indagini preliminari, don Emmanuel ha chiesto di essere interrogato immediatamente dagli ufficiali di Polizia giudiziaria ai quali ha spiegato di essersi sempre attenuto alle leggi comunali e di aver fatto di tutto per porre rimedio ad una situazione che si è trovato a gestire a giochi già fatti quando si è insediato in paese il 1° marzo 2014. Dal suo arrivo, ha spiegato, la stessa durata delle suonate è stata addirittura dimezzata attraverso il computer che ne gestisce i movimenti. Entro marzo, ha inoltre garantito, la ditta Simet di Feletto Umberto, che è già al lavoro, apporrà alcune difficili modifiche al battacchio della campana più grande. Campana che è già stata messa in stand-by dallo scorso gennaio inseme a quella media lasciando in funzione solamente quella più piccola.

Dalla petizione al paradosso

La vicenda prende origine nel 2016, quando iniziò una petizione da parte di alcuni residenti infastiditi dal rumore delle campane ma forse -come suggerito da più di qualcuno -più dal colore della pelle del nuovo parroco. Dopo circa cinque mesi il discorso cadde comunque nel dimenticatoio, anche perché i firmatari erano soltanto quattro e alcuni di questi risultavano addirittura residenti nei paesi limitrofi. Ma quella petizione si trasformò in un vero proprio esposto che, una volta finito nelle mani dell'Arpa, determinò di conseguenza i rilevamenti per mezzo di una centralina posizionata al centro del paese e una sanzione da 2000 euro più 1800 per le spese sostenute che tutt'oggi risulta ancora da saldare. Ma non è finita. Perchè il paradosso della situazione è che quelle campane, collaudate già nel 2012, risultano ancora da pagare. La parrocchia, proprio a causa dei loro alti costi, si porta dietro un debito da 130mila euro che lo stesso parroco si è trovato a dover gestire fin dal suo arrivo in paese.

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