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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La Udine dell'Arengo sta con la Catalogna

Alla presentazione della rinnovata assemblea partecipativa udinese, organizzata all'Università dall'Academie dal Friûl, esposte accostate le bandiere calatana e friulana in segno di fratellanza e protesta contro la reputata tirannia antidemocratica di Madrid.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Applaudita da qualificato pubblico giunto da città e provincia la conferenza di presentazione in lingua friulana della riformata assemblea partecipativa udinese detta storicamente Arengo, conferenza ospitata dal Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl" venerdì 22 settembre 2017 a Udine nell'ambito d'incontro pubblico organizzato ad hoc nella sontuosa cornice di Palazzo di Polcenigo Garzolini di Toppo Wassermann, sede della rinomata Scuola Superiore dell'Ateneo friulano e recentemente assurta di fatto anche a sorta di “arengario” della Capitale del Friuli ossia di luogo delle civiche adunanze.

Detta conferenza, dal titolo “Il renc resurît: une vôs in cjapitul antighe pal popul di Udin dal dì di vuê” è stata tenuta dal prof. Alberto Travain, “cancelliere” ovvero segretario del nuovo Arengo cittadino oltreché presidente dello storico sodalizio universitario che, insieme ad altre associazioni udinesi, nelle settimane precedenti la tornata arengaria annuale del 29 settembre, ha voluto organizzare degli appuntamenti di presentazione alla cittadinanza di quel rinnovato strumento di partecipazione popolare oggi riproposto sperimentalmente nella città di Udine, in un'epoca in cui parrebbe che il corpo civico in Italia e in Europa rivendicasse di nuovo momenti di protagonismo democratico, di considerazione, libera espressione e condivisione delle scelte inerenti al bene comune. Introdotto dal “cameraro” presidente dell'Arengo attuale, prof.ssa Renata Capria D'Aronco, il prof. Travain, anche servendosi di materiali multimediali di sua produzione, ha illustrato innanzitutto le fasi storiche che condussero all'istituzione dell'assemblea civica popolare udinese plenaria nel Medioevo, segnalando suggestivi parallelismi tra la vicenda dell'antica democrazia ateniese a partire da Clistene e l'iniziativa che buona tradizione riferisce per Udine al trecentesco patriarca Bertrando. Una costituzione tesa a connettere ceti e rioni di periferie e centro in un'alchimia che fece per secoli della città una capitale democratica del popolo friulano.

Dall'esperienza medievale, soppressa dai Veneziani nel 1513 in accordo con il patriziato locale, il prof. Travain è passato all'esame delle odierne forme di riproposizione della storica istituzione civica di cui lui stesso è stato promotore sin dal 1989. “Iniziativa tutt'altro che campanilistica e folkloristica in senso spregiativo” ha commentato lo studioso romano prof. Alfredo Maria Barbagallo, che ha elogiato Travain per avere lungamente evitato ed allontanato derive di tale segno nella sua pluridecennale e fondamentale azione di rivitalizzazione delle tradizioni storiche partecipative della città. All'elogio del relatore si è presto associato l'arch. Amerigo Cherici, noto professionista e procuratore arengario, che ha rimarcato come oggi Udine si trovi nell'assoluta necessità di ricollocarsi proficuamente rispetto al nuovo quadro internazionale europeo e globale senz'altro recuperando dalla propria esperienza storica le migliori forze ed ispirazioni utili allo scopo: tra queste l'esempio democratico partecipativo del suo antico Arengo. L'intellettuale sandanielese Maurizio Di Fant, vicepresidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, ha non soltanto apprezzato l'opera di promozione della cultura civica condotta a Udine da Travain, ma ha anche annunciato l'intenzione di promuovere l'istituzione di un'assemblea arengaria in ogni Comune del Friuli come rinnovato strumento di partecipazione democratica.

Onorato di potersi mettere a disposizione di un progetto di tale spessore si è detto senz'altro Maurizio Di Iulio, noto esponente della società civile cittadina, intervenuto alla presentazione. Tra il pubblico, anche il presidente provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, geom. Sergio Bertini, e la sig.ra Milvia Cuttini del Servizio Cerimoniale del Fogolâr Civic. L'incontro civico udinese si è aperto con un minuto di silente omaggio a tutti coloro che nel corso della Storia si sono battuti per i diritti del popolo di Catalogna cui ora lo Stato spagnolo impedisce di autodeterminarsi pacificamente e si è concluso con una foto delle rappresentanze sociali convenute mano poggiante sulle bandiere catalana e friulana accostate in segno di fratellanza e di protesta contro la reputata tirannia antidemocratica di Madrid. “Tal 1606 e veve sfilât in Zardin la cavalarie zale e nere di Udin pronte a lâ in vuere cuintri de Spagne: nô vuê no vin trupis par judâ i Catalans, ma cumò si dîs che e je plui civiltât e che dirits e no armis a varessin di vincile. Che e sedi vere?” si è chiesto Travain augurando di cuore alla regione di Barcellona il pieno riconoscimento dei diritti di autodeterminazione in un contesto eurocomunitario che ne sia ferma garanzia.

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