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Comunali 2023

Comunali 2023, centrosinistra (quasi) unito: "No a candidati imposti da fuori"

La "Grosse koalition", forte di 11 sigle, spiega le sue ragioni e chi vorrebbe come primo cittadino. Nel gruppone mancano Progetto innovare e SiAmo Udine

"Il futuro di Udine ritorni nelle mani di chi ci vive e conosce i problemi, la storia e le necessità dei cittadini". È così, con un comunicato a firma di tutte quelle che saranno le anime (parecchie) del centrosinistra per le prossime elezioni comunali, che si palesa ufficialmente la coalizione. "Uno schieramento ampio, andando oltre l’etichetta di centrosinistra canonico" spiegano i sottoscrittori. Il gruppone è composto da undici sigle, considerando partiti e associazioni. Ci sono tutti. O quasi. Spiccano infatti le mancanze di Progetto innovare, che da qui a fine legislatura ha il solo Federico Pirone in consiglio e di SiAmo Udine, del capogruppo Lorenzo Patti. Dalla lista nata per sostenere Martines raccontano di non aver nemmeno ricevuto il testo definitivo. Non c'è nemmeno Sinistra unita, il movimento a cui ha dato vita l'ex consigliere comunale di Sel Andrea Sandra. Per il resto presenti (in rigoroso ordine alfabetico) Azione, Articolo uno, Cittadini per il presidente, Italia viva, Costruire futuro, Open Fvg, Partito democratico, Partito socialista italiano, Prima Udine, Sinergia civica e Sinistra italiana.

Gli obiettivi

Il documento parla di "uomini e donne che hanno deciso di mettere al servizio della città le proprie competenze con passione e determinazione, per scrivere insieme un programma e formare una squadra che possa finalmente far tornare Udine capitale del Friuli, ma non in un’ottica di spicciolo campanilismo utile solo per le competizioni sportive, finendo per isolarla persino dai comuni contermini, ma per renderla protagonista di una rinascita economica, culturale, turistica, infrastrutturale. Insomma per darle finalmente anima, identità e arti con cui stringersi agli altri corpi che formano il nostro territorio". Tutto auspicabile, ci mancherebbe, ma quello che ci interessa sapere è chi sarà il candidato alla carica di sindaco.

No a imposizioni esterne

Se leggiamo quanto ricevuto, neanche tanto tra le righe, ci accorgiamo che la "squadra" saprà trovare chi la guiderà "al proprio interno. Parola e potere devono tornare ai cittadini, che non devono subire le elezioni, ma esserne i protagonisti". Udine deve essere vista "non come merce di scambio fra partiti, con candidati sindaci che dipendono dalle candidature regionali o politiche oppure calati dall’alto, imposti da quei sedicenti circoli degli illuminati, che generalmente si riuniscono ogni cinque anni per decretare le sorti della città per puro esercizio di potere, salvo poi sparire negli anni successivi". Tradotto: la possibile candidatura del 67enne Alberto Felice De Toni, ex rettore dell'Università di Udine, non è gradita. Almeno da Simona Liguori (Cittadini), Riccardo Rizza (Italia viva), Pierenrico Scalettaris e Augusto Burtulo (Azione), Enrico Bertossi, Giovanni Marsico ed Ester Soramel (Prima Udine), Antonella Eloisa Gatta (Costruire futuro), Sara Rosso (Open Fvg), Cristina Nazzi e Claudio Attinà (Articolo uno), Andrea Castiglione (Psi), Serena Pellegrino e Sebastiano Badin (Sinistra italiana), Enzo Martines, Cinzia Del Torre e Paolo Coppola (Partito democratico), Aurelio Ferrari (Sinergia civica). Ragionando su questa logica gli indizi portano a pensare che il frontman dei progressisti (o almeno di quelli che hanno firmato) possa essere Alessandro Venanzi. 




 

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