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Economia

Gli artigiani festeggiano, in crescita 3 imprese su 4

Diffusa l'indagine provinciale sulla congiuntura numero 36. La fiducia nelle aziende è a livelli record

Quasi il 73% degli artigiani friulani, vale a dire tre su quattro, nel 2023 ha mantenuto o visto crescere il proprio giro d’affari. A migliorare i ricavi rispetto all’anno precedente sono state in particolare le imprese delle costruzioni (+2,5%), le manifatture (+1,8%) e i servizi (+0,9%). In media, l’artigianato friulano ha visto migliorare i ricavi nell’anno del +1,7%. A dirlo è la XXXVI Indagine sulla congiuntura dell’artigianato in Provincia di Udine elaborata da Nicola Serio, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato Udine, sulla base di 500 interviste realizzate tra l’8 gennaio e il 1 febbraio dall’Irtef di Udine. Il campione rappresenta il 3,8% della popolazione di imprese artigiane in provincia di Udine (13.153 al 31 dicembre 2023), occupa 1.920 addetti di cui 1.177 dipendenti. "Dati positivi che purtroppo si accompagnano ad alcune criticità – ha commentato oggi in conferenza stampa il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti –. Alcune sono storiche, come quella che riguarda la difficoltà di accesso al credito, altre si sono fatte più profonde in tempi recenti, penso al costo del credito che è aumentato in modo esponenziale e all’impatto dell’inflazione sulle materie prime. Ma il problema più grande per le nostre imprese - ha proseguito il presidente - è quello del reperimento di manodopera qualificata. Dobbiamo sostituire i lavoratori nati negli anni 60 che stanno andando in pensione e che sono stati letteralmente i motori delle nostre imprese".  

Mercato e giro d’affari

Nel 2023 in sei casi su 10 (61%) i privati sono stati i principali clienti degli artigiani della provincia di Udine, seguiti da altre imprese (34%) e dalla Pubblica amministrazione (5%). Benché inferiore al 2022, anno che ha toccato il valore massimo negli ultimi 18 anni, il saldo d’opinione sull’andamento del fatturato (% aziende in crescita - % aziende in calo) si è confermato anche nel 2023 in area positiva, al 24,9%.

Più dipendenti e investimenti

Oltre al fatturato, nel 2023 è cresciuto del 2,5% anche il numero dei dipendenti artigiani, mentre è calato dell’1,4% il numero delle imprese che esportano, pari al 7,2% del totale contro l’8,6% del 2022. Il mondo artigiano ha invece spinto sull’acceleratore degli investimenti, le imprese che hanno investito sono cresciute del +3,2%, passando da una percentuale dell’11,6 del 2022 al 14,8% del 2023. 

Il tavolo dei relatori-2

Fiducia record

Guardando al primo semestre 2024, il 47,8% delle imprese prevede di confermare il fatturato dell’anno scorso, il 28,6% si aspetta una crescita, il 23,5% un calo. Il saldo d’opinione tra percentuale di imprese in crescita e in calo resta in terreno positivo (+5,1%), ma quasi venti punti al di sotto del dato a consuntivo per il 2023. La fiducia nella propria capacità di competere si attesta a livelli record: il voto che le imprese danno a se stesse è di 8,1 su una scala di 10. Il più alto da gennaio 2015. E benché risulti ancora insufficiente, anche la fiducia degli artigiani sul sistema Paese è il migliore dall’inizio del 2015, pari a 5,2. La media dei due indici dice il clima complessivo di fiducia degli artigiani è più che sufficiente, si attesta a 6,6, anche in questo caso il miglior “voto“ degli ultimi 9 anni. 

Criticità

In questo quadro generalmente positivo non sono mancate ovviamente le criticità. Gli artigiani hanno dovuto fare i conti principalmente con la difficoltà nel trovare lavoratori da assumere, patita dal 78% delle imprese, dalla crescita dei prezzi praticati dai fornitori (31,4%) e dall’aumento dei tassi d’interesse bancari (29,3%). Seguono, costanti da un’indagine all’altra e trasversali ai settori, le segnalazioni relative all’eccesso di burocrazia. Le costruzioni in particolare pagano anche notevoli difficoltà nella gestione delle commesse e problemi finanziari e fiscali. La manifattura la contrazione degli ordini per l’incertezza del mercato. I servizi la difficoltà a trovare e mantenere clienti. Tornando alla difficoltà di reperimento di manodopera specializzata Tilatti ha dato conto del lavoro che l’associazione sta facendo insieme agli enti bilaterali e agli istituti di formazione secondaria per cercare di risolvere il problema. "C’è il tema del reperimento di personale, ma anche quello della gestione delle relazioni. Con gli stranieri e con le nuove generazioni. Molti artigiani raccontano di avere il timore che gli stranieri alla mattina non si presentino al lavoro, altri denunciano invece la difficoltà di relazione con i giovani per il loro approccio complicato alle gerarchie".

Che lavoratori cercano le imprese artigiane? 

L’indagine congiunturale ha permesso di mettere a fuoco l’identikit dei lavoratori cercati dalle imprese. Nelle costruzioni i più ricercati sono gli apprendisti edili, gli operai generici, gli artigiani edili, i muratori, gli elettricisti, i termoidraulici, i carpentieri e i pittori; nelle manifatture gli impiegati tecnici, gli operai generici e specializzati, i saldatori, i falegnami, gli addetti logistica magazzino, i meccanici e i panettieri; nei servizi i tecnici informatici, i parrucchieri, i barbieri, le estetiste, gli addetti alle pulizie, i commessi, i banconieri, i camerieri, gli autisti, i giardinieri, i boscaioli e i lavoratori agricoli (vigne, frutteti ecc.). 

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