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Lunedì, 29 Aprile 2024
evasione fiscale internazionale

Truffano il fisco tedesco grazie al software di un'azienda friulana

Il sistema permetteva di modificare i dati memorizzati nei registratori di cassa. Gli scontrini davano la cifra pagata ma gli importi riferiti agli incassi giornalieri erano inferiori. Quattro persone coinvolte

Avevano installato nel registratore di cassa un software, sviluppato da una società friulana, della ex provincia di Udine, che permetteva di modificare i dati memorizzati. Gli importi venivano alterati così: lo scontrino al cliente riportava la cifra pagata mentre il cervello elettronico della cassa registrava un valore più basso. La differenza scompariva e non veniva tassata. Un "trucchetto", adottato da quattro imprenditori trevigiani, proprietari di cinque pizzerie e tre gelaterie in Germania. A scoprire l'inganno l’agenzia statale fiscale tedesca. Così nei giorni scorsi i finanzieri del comando provinciale di Treviso hanno provveduto a sequestrare 220mila euro tra somme di denaro, beni immobili e mobili. Come riportato su TrevisoToday, le Fiamme gialle hanno eseguito un'ordinanza emessa dall’Autorità giudiziaria tedesca dopo un'indagine per individuare gli utilizzatori di questo software che permetteva di abbassare in maniera fraudolenta l'ammontare degli incassi e pagare così meno tasse.

Le conseguenze

Non solo questi imprenditori, in Baviera sin dagli anni '90, hanno pagato imposte minori rispetto al dovuto, ma hanno anche commesso frodi tributarie. Le autorità tedesche, per recuperare le tasse evase, hanno così attivato le procedure di cooperazione giudiziaria, che permettono agli Stati europei l’automatico riconoscimento dei provvedimenti di sequestro e confisca, chiedendo quindi all’Italia di colpire i beni che i cittadini trevigiani, seppur iscritti nell’anagrafe della popolazione residente all’estero, detenevano nel nostro Paese. Il Tribunale di Treviso, pertanto, ritenendo la condotta degli indagati assimilabile a una delle fattispecie di frode tributaria previste dalle norme nazionali, ha riconosciuto i provvedimenti di sequestro emessi dall’Autorità tedesca, ordinando di cautelare somme di denaro, beni immobili e mobili ubicati nel territorio della Marca, per un valore pari a circa 220mila euro.

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