Truffa del prosciutto Dop, in 7 vanno a processo
L'operazione, condotta dai Nas, ha portato a procedimenti penali anche a Udine
Circa 12 mila maialini nati da un padre "sbagliato". E' questa l'accusa che viene mossa a sette produttori di spalle di suino da cui ricavare prosciutti, tutti della provincia di Treviso. L'operazione, condotta dai Nas e che ha portato a procedimenti penali anche a Udine ed in Emilia Romagna, vede i titolari delle aziende di Marca, sparse fra Breda di Piave, Quinto, Castello di Godego, Treviso, Zero Branco e Trevignano, accusati di frode in commercio, vendita di prodotti con segni mandaci e falsificazione della documentazione .
Secondo l'indagine i titolari avrebbero fatto ingravidare le scrofe italiane non con un verro nazionale, come previsto dal disciplinare del Prosciutto di San Daniele Dop e del Prosciutto di Parma Dop, ma utilizzando il seme di una qualità di maiale danese, il Duroc. Così facendo i nuovi nati, destinati alla macellazione, avrebbero avuto delle cosce più magre.
I fatti fanno riferimento al periodo compreso tra il novembre del 2016 e il febbraio del 2017. Stando alle carte dell'inchiesta, partita probabilmente da una soffiata, lo sperma danese sarebbe stato fatto arrivare in Italia congelato e poi utilizzato per fecondare le femmine di maiale. Secondo le difese delle aziende non ci sarebbero prove materiali a sostegno dell'accusa. Tanto più che tutti gli animali sono già stati macellati e i prosciutti presumibilmente venduti.