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braccia incrociate

Malcontento tra i dipendenti Enel: in 300 scioperano anche in Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia sono poco più di 300 le persone addette di tutte le società del Gruppo Enel che saranno coinvolte nello sciopero dell'8 marzo

Venerdì 8 marzo è indetta dalle segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil un'astensione dal lavoro che coinvolge anche le circa 300 persone addette di Enel in Friuli Venezia Giulia che, quindi, incroceranno le braccia per protestare contro la politica del nuovo management. Sotto la lente dei sindacati il piano industriale giudicato "inadeguato e dannoso", le carenze negli investimenti, i tagli indiscriminati al costo del lavoro, l'esternalizzazione di attività core e il "peggioramento delle condizioni di lavoro per i 30 mila dipendenti italiani di Enel". Sono queste le ragioni più importanti alla base dello sciopero generale nazionale indetto l’8 marzo prossimo da Filctem- Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil che coinvolgerà anche la nostra regione.

I motivi

Secondo i sindacati, l’azienda vuole "esternalizzare attività elettriche affidandole alle imprese appaltatrici con enormi rischi di ricadute sulla sicurezza del lavoro e un aumento degli incidenti da elettrocuzione", ma non solo. "Vuole modificare l’orario del lavoro per le realtà operative senza un adeguato piano di assunzioni, vuole ridurre lo smart working andando a peggiorare i tempi e la qualità della vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori, dopo averlo sostenuto anche nelle sedi istituzionali". Inoltre, si legge in una nota diramata dalle segreterie delle sigle sindacali, "gli investimenti per la generazione si riducono dai 5,5 miliardi a 2,9 miliardi di euro in tre anni".

"Non c’è traccia di investimenti nel settore idroelettrico né sulla geotermia. Si pretende di vendere prodotti di mobilità elettrica, impianti tecnologici, contratti di luce, gas e fibra telefonica negli Spazi Enel senza un adeguato numero di personale. Le manutenzioni delle sedi, specialmente nelle realtà territoriali, sono di fatto assenti e ci sono problemi che da mesi aspettano risposte", continua la nota. “Non scioperiamo per rivendicare aumenti salariali – spiegano i segretari regionali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, Andrea Modotto, Paolo Sabadin, Nello Cum – ma perché siamo preoccupati per la direzione che sta prendendo l’Azienda. Enel pare intenzionata a indietreggiare, tornare al passato, anziché guardare al futuro. Non sembra avere nessun piano industriale di sviluppo e creazione di valore, nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green. Non può essere la finanza a dettare le strategie operative di Enel, ma la responsabile direzione di un grande player nazionale con la mission vera di erogare un servizio di pubblica utilità per i cittadini. Mai come adesso, il malcontento e la preoccupazione sono diffusi in tutte le società del Gruppo e coinvolgono operai, impiegati e quadri”, concludono i sindacalisti. 

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