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Aquileia non finisce di stupire: nuovi scavi archeologici mettono in luce ulteriori scoperte

Una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell'ateneo veronese hanno portato alla luce un nuovo lastricato, una strada acciottolata e una decina di anfore nell’area del Fondo ex Pasqualis del centro friulano

Si è conclusa una campagna di scavi condotta dall'équipe dell'Università di Verona - Dipartimento Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva,nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità sud-orientale di Aquileia. I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, e hanno portato a una serie di rilevanti scoperte nell'area del mercato dell'Aquileia tardoantica.

La campagna di scavi

Si è trattato di una campagna particolarmente importante, condotta su concessione ministeriale e in accordo con la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia. Le indagini si sono protratte per due mesi e hanno coinvolto più di una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese, permettendo così di investigare tre nuove vaste aree e aprendo pagine di grande interesse da verificare con il prosieguo della ricerca.

scavo aquileia universita verona

Innanzitutto, nel corso dei lavori di quest’anno è venuto alla luce un quarto lastricato, oltre ai tre già noti dagli scavi degli anni Cinquanta del Novecento. Quest’ultimo è ubicato a est degli altri e a una quota più alta, perché probabilmente si adeguava al naturale andamento del terreno. Tale scoperta indirizza verso l’ipotesi di un grande complesso commerciale, costituito da almeno quattro edifici paralleli affiancati fra loro, ognuno caratterizzato da un’area scoperta attorniata da portici e botteghe. Si tratterebbe dunque di un mercato davvero straordinario per monumentalità e ampiezza e quindi tale da attestare con particolare evidenza la vitalità di Aquileia come centro di scambi e commerci nel Tardoantico. I quattro edifici dovevano essere composti in modo modulare (due a due), lasciando uno spazio intermedio fra loro, ove nello scavo di quest’anno è stata individuata una strada acciottolata, che dal decumano posto a nord del mercato e quindi dall’area della basilica portava al grande centro commerciale: essa permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche le tracce individuate sul suo piano di calpestio.

Scavo aquileia strada acciottolata emersa fra due degli edifici del mercato

Come dimostrato nel corso degli scavi condotti in questi anni, al mercato si accedeva anche dal fiume, attraverso una serie di ingressi aperti sul più esterno dei due muri di cinta urbani portati alla luce a sud delle stesse piazze e correlati a rampe per il trasporto delle merci. Infine, fra le scoperte di quest’anno si segnala il rinvenimento lungo un muro perimetrale di uno degli edifici di una decina di anfore poste in posizione verticale, segate all’altezza della spalla e quindi mancanti del collo e dell’orlo. La loro funzione andrà chiarita con il seguito dei lavori, ma esse già da ora risultano riferibili a una fase precedente alla realizzazione del mercato, quando nell’area esisteva una banchina fluviale e altre strutture ancora individuate solo parzialmente, perché in gran parte coperte dalle piazze. Di questa banchina è stata messa alla luce una scalinata acquea composta da quattro gradini in arenaria che era funzionale proprio alla discesa verso il fiume.

Scavo aquileia dove emerge lastricato del nuovo edificio di mercato

Parte integrante del lavoro sul campo è stato anche quello svolto negli archivi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia con la possibilità di riesaminare la documentazione grafica, fotografica e manoscritta lasciata dagli archeologici che avevano già indagato l’area. Alcune delle loro intuizioni sono state confermate dai questi scavi, mentre per altre è stato necessario un’attenta lettura dei dati d’archivio.

I risultati di queste ricerche hanno trovato spazio in un primo volume di prossima uscita, in cui si raccontano le vicissitudini di più di un secolo di scoperte archeologiche nell’area. Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti, vanno menzionati i due open day organizzati il 17 giugno e il 23 settembre dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.

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