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Martedì, 30 Aprile 2024
edificio pericolante / Via Lumignacco, 139

Villa Facchini sempre più a rischio crollo col maltempo, "ma la proprietà non fa niente"

Duro sfogo delle persone residenti in via Lumignacco, ai Casali San Pietro: quel che resta dell'antica villa Facchini è oggi uno scheletro sinistro e pericolante

Quello di Casali San Pietro non è certo un problema nuovo, anzi. Il punto è proprio che, con il passare del tempo, la situazione peggiora e non farà altro che peggiorare. Stiamo parlando della villa che fu della famiglia Facchini, ormai fatiscente e senza tetto, che insiste pericolosamente verso le costruzioni realizzate ormai nel 2007 in via Lumignacco, civico 139. Dietro l'edificio, inoltre, il parco di quella che una volta era la residenza estiva della famiglia, lasciato a se stesso con tutto ciò che ne consegue: piante e prato cresciuti in maniera incontrollata e tanti animali (dai ratti ai caprioli) a trovare ben stare, pronti a scorrazzare anche nei giardini delle abitazioni. 

caprioli casali san pietro

Con le ondate di maltempo di queste ultime settimane, però, le condizioni della vecchia villa sono peggiorate e, durante i forti temporali degli ultimi giorni, alcuni residenti hanno testimoniato la gravità della situazione. "Al momento non sono caduti grossi pezzi della struttura, ma con il forte vento che tirava si sono staccati tanti frammenti che sono finiti sulle nostre auto e sul vialetto del nostro complesso". A spiegarci, ancora, quale sia la situazione è uno dei residenti di Casali San Pietro, Matteo Milanese. "Il complesso è stato costruito nel 2007, poi la Casali San Pietro Srl è fallita e tutto ciò che è rimasto è stato preso all'asta dalla Rodaro Costruzioni. La proprietà è dunque privata, ma essendoci situazioni di pericolo l'amministrazione comunale ha il diritto di prendere decisioni", ci spiega Milanese. "L'amministrazione precedente, in questo senso, non si è mossa. Solo io negli ultimi tre anni ho fatto ben 15 segnalazioni, tra app e pec, che sono rimaste inevase. Ovviamente anche le altre persone residenti hanno segnalato più volte, prosegue. I problemi sono sostanzialmente due: uno riguarda l'incuria del verde, con l'erba che non viene tagliata né le piante manutenute, l'altro riguarda le condizioni pericolanti della vecchia villa. Se rispetto al primo problema qualcosa, insistendo, nel tempo si riesce a fare, rispetto alla pericolosità dell'edificio, che si trova a tre metri dal parcheggio riservato ai condomini e a dieci dai giardini degli stessi, nulla ancora è stato fatto né deciso. "Non c'è dialogo con la proprietà", racconta Milanese. "Due anni fa abbiamo fatto un'assemblea condominiale a cui hanno partecipato dicendo che si sarebbero occupati dello sfalcio, ma da quella volta sono spariti e per far tagliare l'erba abbiamo dovuto sempre far intervenire i vigili. Rispetto alla villa ho personalmente sentito dire da Rodaro, al telefono con un vigile, che non la butteranno giù. Credo che il loro interesse sia mantenere la cubatura perché hanno intenzione di fare nuove edificazioni e ottenere i bonus. Ma allora quel che chiediamo è che venga almeno messa in sicurezza...". Due anni fa c'era stato però un discusso intervento per l'abbattimento di alcuni alberi considerati pericolosi. "L'abbattimento di alcuni cedri era stato fatto senza autorizzazione, inoltre alcuni alberi sono stati tagliati dalla Rodaro benché sani soltanto per la paura che i rami finissero sulle auto parcheggiate implicando così il pagamento dei danni", ci racconta Milanese. 

vista aerea casali san pietro

Quel che rimane dell'antica proprietà è ora uno scheletro un po' sinistro, benché affascinante, circondato da un parco abbandonato. Un triste monito di tempi che furono, in preda alle nuove logiche dell'edilizia privata. "C'era un vincolo archeologico solo sui cancelli, sulle mura perimetrali e sul sottosuolo, ma è stato tolto credo quando la proprietà ha deciso di vendere", ci spiega ancora Milanese. Ora però la situazione è quanto ormai urgente perché non si può ignorare che fenomeni atmosferici particolarmente intensi continueranno a esserci e a minare la precaria solidità della villa. "Dopo che ho pubblicato il video su Facebook durante il temporale sono stato contattato dall'assessora all'Ambiente Meloni che mi ha assicurato un incontro anche con il suo collega che si occupa di edilizia privata, Andrea Zini. Io parlo in qualità di referente dei residenti e non vorremmo interventi di mera speculazione politica che già stanno avvenendo su altri canali, il nostro interesse è risolvere un pericolo", conclude Milanese.

Il comunicato

"Come consigliera di quartiere di San Paolo e Sant'Osvaldo avevo sollecitato l’intervento della Sovrintendenza e del Comune per accertare l’esistenza di vincoli, dato il valore storico dell’area, e soprattutto per metterla in sicurezza, dato che il rudere di Villa Facchini-Moretti è palesemente pericolante, come pure i resti dell’ex monastero del 1200. Ricordo che la Sovrintendente Bonomi aveva partecipato a giugno del 2021, insieme all’allora vicesindaco Michelini, a una seduta del consiglio convocata proprio per discutere di quella che fu in origine Tabella Grazani e poi Tabella Sancti Petri, ora Casali San Pietro", fa sapere Ester Soramel, candidata al consiglio comunale nella lista Fratelli d'Italia. "Mi chiedo per quanto ancora si potrà lasciare esposte le persone al pericolo di un crollo, dal quale potrebbero derivare danni ingenti non solo alle loro case e auto (i parcheggi sono stati posizionati proprio davanti al villino), ma alla loro stessa vita. Se nel corso degli anni nessuno, nonostante l’appello, ad esempio, del compianto Gino di Caporiacco, che aveva ricostruito la storia dei Casali raccogliendo vario materiale, ha pensato di vincolare l’area per preservarne la memoria storica (esiste un vincolo solo sul muro perimetrale e uno di interesse archeologico sul terreno), almeno ora chi di dovere si attivi per mettere in sicurezza il villino Facchini". Lo sfogo di Soramel è condiviso anche dal capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale, Luca Onorio Vidoni che, con la consigliera di quartiere, ricorda "che il sindaco, quale ufficiale del Governo, è investito del potere di adottare provvedimenti anche contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minaccino l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, pertanto è legittimato a ordinare ai privati di mettere in sicurezza i propri immobili e, in caso di inadempimento, può provvedere d’ufficio, ferma restando la responsabilità penale degli inadempienti", concludono. 

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