Omicidio Silvia Gobbato: "L'indagine è ancora aperta"

"Siamo ancora in una fase di indagini, alla ricerca di riscontri. Ci sono delle esigenze di tutela investigativa e giudiziaria che ci condizionano". Così ha esordito il colonnello Roberto Del Piano nella conferenza stampa programmata al Comando provinciale dei Carabinieri di Udine dopo la risoluzione "lampo" del caso legato all'omicidio di Silvia Gobbato.

Il graduato ha proposto con un'analogia che ricorda tristi vicende, ma che dà l'idea di come le forze dell'ordine operino ormai secondo criteri universali, all'interno delle forze di polizia, e ben codificati: "Un anno fa ci siamo visti per un altro grave evento, ma diverso rispetto a questo, come l'omicidio dei coniugi Burgato a Lignano Sabbiadoro. Casi differenti, ma la metodologia è stata la stessa rispetto all'approccio all'indagine, seguendo quei dettami che per gli operatori di polizia giudiziaria ormai sono un riferimento imprescindibile".

Le accuse a Nicola Garbino sono sostenute da riscontri oggettivi, arrivati nel corso della notte dopo le prime analisi effettuate dai RIS di Parma.  Come ha sottolineato Del Piano "il caso è infatti ben avviato e definito, ma abbiamo ancora attività su cui non si può entrare in questo momento. Il nostro pensiero alle due famiglie, ai genitori di Silvia e fratello e  alla famiglia di Giorgio".

Ha preso poi la parola il tenente colonnello Paganuzzi, del reparto operativo friulano, che ha raccontato che da parte di Garbino c'è stata "un' ampia dichiarazione confessoria in più fasi: narrazione, attività di ricognizione sui luoghi, confessione coerente, interrogatorio. Un quadro complessivo coerente. Bravi ai nostri militari, che hanno individuato il soggetto. Era in bicicletta, col coltello, una felpa e altri indumenti intrisi di sangue."