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"La montagna non è Gardaland, non si deve prevaricare sugli altri"

L'intervento è di un nostro lettore, il triestino Marco Rodriguez, intervenuto sugli incidenti degli ultimi giorni

Turismo montano e accorigmenti da prendere. Sul tema ci scive un nostro lettore, il triestino Marco Rodriguez, appassionato di Sappada e di archeologia. 

Buongiorno,

    scrivo in merito all'incidente del 14 agosto di Sappada, dove un turista milanese è caduto da un pontile sul Piave, poco sotto i Piani del Cristo. Avevo attraversato quel pontile con mia moglie, mia figlia e due cani ben tre volte nell'ultima settimana, per delle osservazioni archeologiche di superficie. L'ultima un'ora prima dell'incidente. Tant'è vero che ridiscendendo il sentiero naturalistico, ci siamo trovati a riattraversarlo proprio mentre i primi soccorsi erano già sul posto. 

Tutti i sentieri che ho percorso in questi giorni nelle tante escursioni sul territorio sappadino sono diligentemente curati. Compresi gli innumerevoli pontili, alcuni in sentieri e greti di torrenti davvero poco frequentati, come quello del rio Storto. Mi muovo spesso con persone meno esperte di me e pertanto faccio la dovuta attenzione a queste cose. Il punto è un altro: la stragrande maggioranza dei turisti è assolutamente impreparata e imprudente. Considerano la montagna una sorta di Gardaland. Soprattutto non rispettano le precedenze sui pontili e si fiondano sui passaggi anche se qualcun'altro lo ha già impegnato dalla parte opposta. Sono abituati a "prevaricare" in città e non si rendono conto che l'ambiente qui è diverso. La montagna non perdona. Del resto i tanti interventi di soccorso a cui assistiamo ormai da anni, nascono da un'imprudenza collettiva già analizzata.

Non dico che la responsabilità debba ricadere completamente sul malcapitato. Dico che se avesse fatto un po' più d'attenzione, questo non sarebbe accaduto. Il pontile incriminato è attrezzato di balaustra sul fianco destro. Sinistro al ritorno. Anche con bastoncini, quando si attraversa un passaggio sospeso, si mettono entrambi in una mano e con l'altra ci si regge per sicurezza. Impossibile finire giù. I pontili sono di legno, spesso scivolosi per l'umidità. Siamo nella natura. Non serve che ceda una tavola, basta scivolare per farsi un volo e rischiare la pelle. Vorrei che quanto accaduto non ricada sugli sforzi dei sappadini di rilanciare la loro economia turistica. C'è un grande impegno in questa valle per essere all'altezza degli investimenti e delle aspettative della Regione. Non meritano una pubblicità negativa. 

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