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Elezioni comunali 2023

«Per cinque anni al servizio della collettività, ho dato anima e cuore per il bene di Udine»

Loris Michelini, ex vicesindaco di Udine con delega ai lavori pubblici e alla mobilità, fa ancora fatica a digerire la sconfitta di Pietro Fontanini al ballottaggio, soprattutto alla luce dei tanti lavori che aveva ancora in mente di portare avanti

Non si dà ancora pace per la sconfitta al ballottaggio e le sue emozioni viaggiano in un groviglio tra il dispiacere e l'orgoglio. Dispiacere per non poter portare avanti i lavori cominciati, orgoglio per averci messo "sempre anima e cuore". E tanto impegno. Loris Michelini, capogruppo di Identità Civica, ex vicesindaco di Udine con deleghe a mobilità, lavori pubblici, edilizia scolastica e impianti sportivi, a tre settimane dal ballottaggio che ha sancito la sconfitta di Pietro Fontanini a favore del candidato sindaco Alberto Felice De Toni, non può fare a meno di ripensare ancora ai cinque anni trascorsi alla guida della città. 

«Un cittadino che ha la possibilità di ricoprire un ruolo così importante deve dare il massimo, è un dovere». Inizia così una lunga chiacchierata con Michelini, per cinque anni seduto nei banchi della giunta guidata da Pietro Fontanini. «Io mi sono sempre sentito come un dipendente del Comune, mettendomi al servizio della collettività. Forse avrei dovuto fare di più il politico...». Il rammarico è palpabile, ma chi ha imparato a conoscerlo, sa che sarebbe stato difficile vederlo in vesti diverse da quelle di assessore con le maniche di camicia rimboccate. A chiedergli cosa è andato storto e cosa si poteva fare di più si perde solo tempo. «Non voglio far polemica. Posso solo dire che forse avrei dovuto cercare più consensi e invece ho sempre messo al primo posto il bene comune, cercando di fare del mio meglio per sbagliare il meno possibile».

Ha qualche rammarico, rispetto al suo operato?

Ci ho messo un impegno costante e giornaliero. I sabati e lo domeniche li ho impiegati a studiare, perché avevo tanti referati. Forse troppi. Ma tutto quello che ho voluto fare l'ho fatto. I fondi me li sono andati a cercare, parlando con la Regione e i Ministeri. A volte anche con l'aiuto del sindaco, che mi ripeteva sempre "no sta a spindi!".

Cosa manca da completare che non è riuscito a fare?

La cosa a cui tengo di più in assoluto è la palestra di roccia all'interno dell'ex caserma Osoppo. C'è già il progetto di fattibilità redatto con professionisti del settore. Inoltre, per non gravare sulle casse del Comune, ho chiesto un finanziamento alla Regione per un totale di quasi 4 milioni. Ora manca solo il progetto esecutivo.

Perché ci tiene tanto?

È un progetto che stanno aspettando anche da fuori regione e oltre confine, comprese Austria e Slovenia, perché ci saranno pareti da arrampicata, che è disciplina olimpica, esterne e interne. E inoltre abbiamo previsto un anfiteatro con la possibilità di proiettare filmati, non solo per la promozione della montagna, ma anche per eventi di altra natura. Avevamo previsto un bando per trovare una società che gestisca l'impianto, che dovrebbe poter essere sfruttato anche per i vigili del fuoco e gli artigiani che devono fare esercitazioni e corsi di formazione. All'interno una parete per arrampicata che va da meno 5 metri a più 18, spogliatoi nuovi, bar, sala convegni. È un progetto a cui tengo moltissimo e di cui vado fiero, perché è stato pensato senza indebitare il Comune. Spero che chi lo prenderà in carico lo porterà a termine.

I progetti per cui, invece, va più orgoglioso?

La prima cosa che mi viene in mente è via Mercatovecchio: abbiamo rifatto completamente il progetto e lo abbiamo portato a termine nonostante moltissime difficoltà, tra il Covid, ditte che scappavano e l'aumento dei prezzi. Volevamo creare una piazza e lo abbiamo fatto aggiungendo il porfido centrale alla piasentina. Poi c'è viale Venezia, eseguita con un finanziamento ministeriale che prevedeva solo le rotonde. Ma ricordo bene che dissi al sindaco: "io non mi fermo qui". 

E lui?

Lui mi disse "se trovi i soldi vai pure avanti". E io li ho trovati: 1 milione 630mila euro dalla Regione e 950mila euro dal Ministero. 

Il suo assessorato è stato forse quello "più visibile" agli occhi della cittadinanza. Ci sono altri interventi che ricorda come necessari?

Sì, assolutamente. Le rotonde di via Selvuzzis e via Fusine, quest'ultima realizzata con un avanzo di bilancio. Poi sicuramente la fognatura di via Baldasseria, che aspettava di essere fatta da decenni. Contestualmente anche fare il collettore fognario affinché si possano allacciare tutte le reti di Udine sud. E poi il porfido: lo abbiamo rifatto per un terzo del centro città, se non di più. Il fine era sistemare il centro per avere un flusso di turisti che trovasse una Udine più bella, a lungo termine. Ma ci sono anche il Palamostre e il Museo di storia naturale e, nonostante mille critiche, anche via Cividale. I progetti sono tanti, comunque. Dal primo lotto della Procura alla rigenerazione urbana della Osoppo, passando per tutta l'edilizia scolastica, con il rifacimento delle palestre della Mazzini e della Alberti, il primo lotto della Pascolo, la Zorutti e altro ancora.

L'elenco delle cose fatte è molto lungo. Cosa avrebbe fatto se Fontanini avesse vinto al ballottaggio?

Mi era stato assicurato che sarei stato riconfermato su tutto, quindi avrei continuato a lavorare come fatto in questi cinque anni. Mi sono trascurato totalmente, e ho trascurato la mia famiglia, per dedicarmi al bene pubblico. Avrei ripreso il discorso del Biciplan, quello della sostituzione del manto erboso dei campi sportivi e del recupero del Federale. Il Covid ha rallentato molte cose. Ho lottato contro il tempo, ma sono molto contento di ciò che ho fatto e che avrei potuto continuare a fare. 

Cosa si augura da chi ha preso il suo posto?

Le mie deleghe sono state divise tre diversi assessorati, principalmente quelli di Marchiol e Dazzan. Con entrambi siamo d'accordo che ci sentiremo dopo l'Adunata: spero portino a termine i progetti già avviati, mi sembra che entrambi abbiano voglia di fare bene. Me lo auguro proprio.

Sente di dover dire qualcosa a qualcuno in particolare, dopo questi intensi cinque anni?

Non sono una persona che fa polemica, ed è per questo che forse non sono un politico in senso stretto. Per cui preferisco ringraziare chi si è dato tanto da fare: durante il mio assessorato sono stati centrati tutti i bandi, grazie a un lavoro enorme degli uffici, a cui va il mio più grande plauso. 

Ci conceda un'ultima domanda. Il centrodestra udinese è evidentemente in crisi: chi può essere il nuovo leader?

Considerando che Fontanini ha perso, non penso dovrebbe essere lui a ricoprire questo ruolo. Io sono dentro a una civica e il panorama nazionale tira in una direzione ben precisa. Al momento un leader non c'è, il lavoro che stiamo facendo è proiettato a creare un gruppo coeso e unito.

Cinque anni di opposizione, infatti, potrebbero passare più veloci del previsto. 

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