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VIDEO Udine si riprende il suo 25 aprile, quello dei garofani rossi e della cittadinanza riunita a cerchio per la Resistenza

Il 25 aprile di Udine sarà sempre quello dei garofani rossi di Liliana Tonero e dei cori uniti per la libertà

Che giorni strani, questi nostri. Con una primavera che, giustamente, decide di prendersi una pausa anche lei, con una pandemia che non demorde, una guerra che incombe a ricordaci di tutte le altre guerre che incombono ma sono troppo lontane dalle nostre quotidianità.
Che giorni strani, questi nostri. Giorni perfetti per ricordarci il valore del tempo, il valore delle parole, il valore delle nostre vite, fatte di socialità e comunione. Giorni perfetti per ricordarci perché rimane sempre, e ancora di più, importante celebrare il 25 aprile, Festa della Liberazione.
Un 25 aprile diverso da sempre, diverso dagli ultimi due, così ridimensionati e condizionati dalle circostanze sanitarie, ma anche dai precedenti, quando non avvertivamo l'emergenza così vicina ai nostri confini.
Un 25 aprile diverso da quando Liliana Tonero, la "signora dei garofani" si affacciava alla sua finestra di via Poscolle a salutare il corteo gettando fiori rossi e venendo ricambiata dal coro spontaneo di "Bella Ciao". Ogni anno, immancabile, a scandire un tempo che non si vorrebbe veder trascorrere così veloce e invece passa, portandosi via uno alla volta i testimoni della storia.

L'emozione

Eppure son giorni necessari, dove scendere in piazza non a manifestare, ma a manifestarsi, assume un valore rinnovato, di nuovo autentico. Oggi, 25 aprile 2022, a due mesi dall’inizio dell'invasione Russia in Ucraina, a due anni e due mesi dall'inizio della pandemia in Italia, Udine è tornata in strada. In piazza più di tremila persone, sotto una pioggia sottile e fastidiosa (o scendi bene o lasci posto al sole, abbiamo pensato tutt*). Una cittadinanza bisognosa di riconoscersi in qualcosa, in un'istituzione forte e coesa, in parole di unione e decisione.. in valori condivisi. 
Dal plateatico di piazza Libertà le parole più applaudite sono state quelle degli studenti e delle studentesse: una scelta ritenuta guardinga, quella di lasciare il palco ai e alle giovani, quasi a dire "noi non ce la sentiamo, di prendere posizione". Qualcuno si è comunque esposto, il prefetto Marchesiello ha dichiarato che "la diplomazia non sempre funziona e per avere la pace a volte è necessaria la guerra", il sindaco Fontanini non ha resistito alla tentazione di citare Porzûs, costringendo la piazza a pensare che "il divisivo" volesse essere lui. 
Ma i friulani e le friulane che avevano bisogno di un segno, la cittadinanza che aveva bisogno di ritrovarsi e di ricevere un messaggio di unione e presenza, non è stata delusa. Passando sotto il civico 67 di via Poscolle, il corteo udinese non ha trovato più Liliana Tonero, ma i suoi tre pronipoti. Il gesto e il sorriso sono stati gli stessi: uno sguardo verso la strada, un abbraccio simbolico e tanti, tantissimi garofani rossi lanciati pronti ad essere accolti da chi si aspettava speranzoso quel momento. Da lì in poi il 25 aprile è tornato ad essere quello che dovrebbe essere sempre, una giornata di festa, per tutte e tutti. 

Forse il vero 25 aprile di Udine non è più quello delle parole decise al pc la sera prima ed enunciate da un plateatico distante dalle persone, ma è quello della strada. È quello di piazzale XXVI Luglio, dove la cittadinanza si riunisce a cerchio e non più schierata di fronte a un palco troppo distante, in un luogo dove ognuno può cantare ascoltando lo scorrere della maestosa fontana e sentendosi abbracciato dal monumento alla Resistenza di Gino Valle. Il 25 aprile di Udine è quello dove si può ascoltare il Coro popolare della Resistenza che intona canti nati oltre settant'anni fa, scoprendo la commozione nella voce e negli occhi degli e delle eredi di un tempo che no, non si vuole che ritorni. Il 25 aprile di Udine è quello dei bimbi e delle bimbe arrivati in piazza con gli stivali di gomma e le mantelline, pronti e pronte a stare insieme nonostante la pioggia, nonostante la paura, nonostante le incertezze. Il 25 aprile di Udine è quello in cui si ha la certezza che ci sarà sempre qualcuno e qualcuna pronta a lanciare dei garofani rossi verso mani che cercano libertà.
 

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