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Bar Savio: il Comune non rinnova la concessione, il locale storico rimarrà chiuso

Chiuso il 30 dicembre 2021, con l'addio delle sorelle Michieli, il Bar Savio non riaprirà: l'edificio è al centro di un piano di ristrutturazione

Durante la seduta del consiglio comunale che si è svolta ieri, lunedì 17 gennaio, si è parlato anche della concessione del Bar Savio e del ricorso al Tar per quanto riguarda la gestione del Bar Zecchini, chiuso ormai da diversi anni.

Bar Savio

Dopo dodici anni di gestione, le sorelle Daniela e Francesca Michieli hanno deciso di chiudere l'attività del Bar Savio, in piazza XX Settembre a Udine. Una notizia che ha destato stupore e dispiacere non solo in chi era affezionato cliente ma anche in quanti vedono ora una piazza sempre più vuota e priva di identità. Il Bar Savio, di proprietà del Comune di Udine, ha pagato certamente lo scotto della pandemia che, restrizioni, limiti e paura, ha dato la mazzata finale a una situazione già precaria economicamente. A rendere più difficile la gestione del locale è stato anche il regolamento comunale. Quando le due sorelle Michieli hanno rilevato l’attività, dodici anni fa, sono entrate con un contratto di locazione che negli anni è stato però modificato in “concessione”. Le due sorelle hanno rinnovato completamente il locale, non solo negli arredi, persino nella pavimentazione, tutto a loro spese. Con il cambio di regolamento, sono state però modificate anche le spese e i diritti di chi è entrato. Subito dopo le festività natalizie, all'inizio del nuovo anno, c'è stato contatto tra la titolare della concessionaria, Daniela Michieli, e l'assessora al Bilancio del Comune di Udine Francesca Laudicina. Dal colloquio sono emerse diverse perplessità da parte dell'assessora. «Le sorelle Michieli sono entrate con un contratto di locazione, pagando l'avviamento al gestore uscente, ritrovandosi però poi con una concessione con tutte le conseguenze. Per questo hanno sempre pensato erroneamente di avere una sorta di diritto di prelazione sulla concessione. Non è la prima volta che capita questo fraintendimento su chi utilizza gli immobili in questo modo: ci siamo chiarite sull'argomento, dicendo che la concessione deve andare a gara e l'amministrazione non può tenere un comportamento diverso. Se si fosse trattato di una locazione, le cose sarebbero andate in maniera certamente diversa», ha spiegato Laudicina durante la seduta del consiglio. 
Posto che le sorelle non intendono comunque procedere con l'attività, Laudicina ha ricordato l'agevolazione una tantum che ha coperto sei mesi di canone di locazione per le attività commerciali. «Evidentemente malgrado sei mesi di canone di locazione pagati dall'amministrazione questo locale ce la fa, il Bar Savio sconta problematiche che non riguardano l'amministrazione ma l'economia in senso lato». L'assessora, a margine del suo intervento, ha però esplicitato un dettaglio che nel caso del Bar Savio, economia a parte, potrebbe davvero aver fatto comunque la differenza: ovvero che non ci sarà la ricollocazione della concessione sul mercato per cercare nuovi gestori. «Al momento la concessione non sarà rimessa a gara, nel corso del 2022 qualcosa potrebbe cambiare, ma l'ex Percoto è uno di quegli edifici che il Comune intende ristrutturare», ha confermato. 

Caso Bar Zecchini

Di fronte al Bar Savio un altro locale di proprietà del Comune ormai chiuso da anni e al centro di alcune diatribe: il Bar Zecchini. Il Comune, come evidenziato da Laudicina, contesta parte della documentazione presentata dalla vincitrice della graduatoria in fase di gara e quindi ha dato la gestione al secondo, "costringendo" la prima, Martina Braida, a presentare ricorso. Pare una storia senza fine. «Gli uffici hanno chiesto ai vincitori della gara un'integrazione della documentazione, verificando che non corrispondeva con quanto dichiarato in sede di partecipazione alla gara. Dopo un approfondimento è stato deciso di revocare l'assegnazione e darla al secondo partecipante». L'affidamento è stato dato così a Manuel Bossi: Martina Braida ha già presentato un ricorso al Tar.


 

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