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Con la scusa della chemioterapia andava a rubare in giro per le case

Finisce in manette un 50enne domiciliato al campo nomadi di San Tomaso di Majano. L'operazione dei Carabinieri della Compagnia di Sacile ha portato all'emissione di tre ordini di custodia cautelare a una quindicina di perquisizioni

Per la giustizia le sue condizioni di salute erano incompatibili con lo stato di detenzione in carcere ed L. K., 50enne domiciliato in un campo nomadi a San Tomaso di Majano, ne approfittava. Infatti, al riparo dai dei Carabinieri, assieme a due complici - uno arrestato (il 31enne O.B.) e l’altro ancora ricercato - se ne andava in giro per le province di Udine e Pordenone a svaligiare abitazioni. Alle attività del gruppo sono riferiti diversi furti compiuti in zona nel mese di dicembre. I tre non facevano grandi appostamenti: suonavano al campanello e se nessuno rispondeva entravano in azione, altrimenti inventavano delle scuse e poi si dileguavano. Nei loro confronti sono stati emessi tre ordini di custodia cautelare in carcere. A questi vanno aggiunte una quindicina di perquisizioni personali e domiciliari, a cavallo tra le province di Pordenone e Udine.

Per restare lontano da casa senza venire sorpreso dalle verifiche dei militari sulle persone sottoposte ai domiciliari, L.K. si faceva aiutare dai congiunti, che quando ricevevano il controllo degli uomini dell’Arma lo avvisavano del pericolo e lui si faceva accompagnare al Pronto Soccorso di San Daniele del Friuli o del Cro di Aviano - dov'è in cura per una patologia che non richiede, tuttavia, terapie invasive - fingendo di essere in preda a una crisi e facendosi così redigere un certificato medico che giustificava la momentanea lontananza dal domicilio.

L’operazione, scattata all’alba di martedì. è stata messa a segno dai Carabinieri della Compagnia di Sacile. L'inchiesta è stat coordinata dalla Procura di Pordenone. Hanno preso parte una cinquantina di militari dell'Arma della Compagnia di Sacile e del Comando provinciale di Pordenone, un velivolo del Nucleo Elicotteri di Treviso e due unità cinofile del reparto di stanza a Torreglia (Padova) e un plotone specializzato del Genio Guastatori di Udine, che ha operato con i metal detector in tre campi nomadi friulani, tra le province di Pordenone e Udine.

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