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Cronaca

Violenza, furto, minacce e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: due in arresto

Atti persecutori, simulazione di reato, ricettazione, furto aggravato, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente per uno, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina l'altro: questi i reati contestati ai due cittadini rumeni arrestati ieri

Nella giornata di ieri, mercoledì 28 aprile, personale della Polizia di Stato, con il coordinamento della Procura di Udine, dell’Ufficio GIP presso il Tribunale di Trieste e della Direzione Centrale della Polizia Criminale, Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ha tratto in arresto due cittadini rumeni, di 45 e 43 anni, destinatari di misure coercitive. Atti persecutori, simulazione di reato, ricettazione, furto aggravato, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente: sono i reati commessi. 

I fatti

Personale della Squadra Mobile della Questura di Udine, in collaborazione con quello della Polizia di Frontiera di Fiumicino, ha dato esecuzione a un ordine per la carcerazione, disposto dalla locale Procura il 12 febbraio 2020, nei confronti del 45enne G.G.S. L’uomo deve scontare una pena di 6 anni, 2 mesi e giorni 14 di reclusione, successiva a un cumulo pene, disposto a seguito delle sentenze dei Tribunali di Ravenna e Udine, per alcuni reati commessi fra il 2000 ed il 2011.
Il soggetto, che è risultato residente in Italia in provincia di Ravenna sino al 2012, dopo aver lasciato il territorio nazionale, si è reso protagonista per episodi violenti, che lo hanno portato a numerose denunce per maltrattamenti nei confronti di famigliari, atti persecutori, simulazione di reato, ricettazione, furto aggravato, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente.  

Maltrattamenti e altri reati

In particolare l'uomo ha posto in essere maltrattamenti nei confronti della convivente, con numerosi episodi di violenze fisiche che hanno reso necessario l’intervento degli organi di Polizia e cure sanitarie; atti persecutori nei confronti di una giovane, residente in provincia di Ravenna, chele hanno causato una grave forma di stress psicologico; furto aggravato di alcuni apparati elettronici, per un ingente valore, asportando con violenza i sistemi antitaccheggio, in un negozio appartenente ad una nota catena di distribuzione; minacce e resistenza nei confronti dei Vigili Urbani di Ravenna, a seguito  di un controllo e di una serie di contestazioni che gli venivano addebitate; la guida senza patente, contestata a Malborghetto, mentre era alla guida di un veicolo di proprietà di un connazionale. A seguito del provvedimento di condanna, le articolate indagini hanno permesso, lo scorso 16 febbraio, di rintracciarlo a Turda in Romania: qui è stato tratto in arresto in esito al Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Procura di Udine. Ultimate le pratiche di rito è stato associato presso il carcere di Carinola (Ce).

Altro arresto

Nella stessa giornata di ieri, mercoledì 28 aprile, è stata data esecuzione alla misura cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trieste il 30 marzo 2015, nei confronti del 43enne V.C., indagato unitamente ad altri due connazionali, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli episodi contestati sono avvenuti fra il 24 ed il 26 ottobre del 2014, quando il cittadino rumeno ha favorito l’ingresso illegale in Italia di cittadini medio orientali, attraverso il confine di Tarvisio, provenienti dall’Ungheria. Nel primo caso erano stati rintracciati 25 soggetti, e nel secondo 33, sempre di nazionalità afgana e pakistana; nel secondo caso, personale della Polizia di Frontiera di Tarvisio ha arrestato il passeur.

Gli episodi

In quell’ultima a circostanza, i 33 richiedenti asilo erano stipati su di un furgone con targa inglese, guidato da un rumeno 40enne: dalle testimonianze raccolte è emerso che gli uomini non avevano ricevuto cibo ed acqua per il loro trasferimento in Italia dall’Ungheria e che per tutto il viaggio erano rimasti ammassati e in piedi sul mezzo. Le indagini compiute dalla Polizia di Frontiera di Tarvisio hanno permesso di acclarare che l’estradato, era un componente di spicco di una consorteria criminale transfrontaliera, e negli eventi descritti, aveva il compito di fare da staffetta, unitamente ad un altro sodale, al fine di comunicare i controlli delle forze dell’ordine durante il tragitto. L’investigazione ha anche permesso, in sinergia con le Autorità rumene e bulgare, di documentare e attribuire al gruppo criminale in questione, diversi episodi riguardanti il rintraccio di richiedenti asilo, avvenuti nella zona del Tarvisiano. L’uomo, nei mesi scorsi era stato rintracciato nella nazione di origine e tratto in arresto in esito al Mandato di Arresto Europeo predisposto dall’Ufficio GIP del Tribunale di Trieste. Ultimati gli atti di rito, l’interessato veniva associato presso il carcere di Prato.



 

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