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Široki Brijeg-Udinese: i bianconeri andranno in Bosnia-Erzegovina

Trasferta nei Balcani per la formazione friulana, che per passare il turno in Europa League se la vedrà con i rappresentanti di una piccola cittadina a pochi chilometri da Mostar, caratterizzata da una forte identità filocroata e dal tifo molto caldo

Saranno dunque i bosniaci, o meglio gli erzegovesi, del Široki Brijeg gli avversari dell'Udinese per il terzo turno preliminare di Europa League. I biancoblu hanno eliminato gli azeri dell'Irtysh Pavlodar, rimediando al 3 a 2 dell'andata grazie alla vittoria casalinga per 2 a 0, con le reti di Jese e Ivankovic. La formazione di mister Guidolin scenderà in campo  contro la squadra allenata da Slaven Musa al Pecara Stadion il primo di agosto, e poi l'8 al Rocco di Trieste per il ritorno.

LO SCHIERAMENTO. I "plavi", che partecipano alla competizione grazie alla vittoria nella coppa nazionale, si sistemano a 4 dietro, a centrocampo in 5 e davanti con una sola punta a fare da riferimento. Il 26enne Bilobrk è il portiere. Davanti a lui si muove la coppia composta dai due centrali Jese, bravo di testa e abile negli inserimenti e Ivica Dzidic. A sinistra c'è il 29enne Barisic, mentre dall'altra parte gioca Blaic, ambidestro tutto corsa con un buon fiuto per il gol. A "guardia" della mediana ringhiano Landeka e Ljubic, i classici  incontristi che non risparmiano una goccia di sudore. A mettere il fosforo ci pensa Plazonic, 24enne dai piedi buoni troppo innamorato di veroniche e progressioni palla al piede. Un po' più avanti svariano Wagner, brasiliano arrivato al settimo anno nel club e talmente integrato da esprimersi ormai in un croato più che buono e Zakaric, mancino che preferisce agire sulla parte sinistra, ma capace di cavarsela anche a destra e al centro. Davanti cerca di fare reparto da solo il 31enne Kordic.

L'UDINESE PER SLAVEN MUSA. Dopo il passaggio del turno il tecnico bosniaco ha commentato la sifda con la formazione italiana. "L'Udinese è una sorta di ricompensa per i nostri giocatori e per il club, perché è una grande cosa giocare con un avversario di questo livello. "

CAMBIO PROGRAMMA: L'UDINESE GIOCHERA' A ZENICA

LA META. Rispetto alle stagioni scorse, quando le urne dell'Uefa assegnarono come prime destinazioni continentali Londra e Braga, quest'anno la meta, seppur meno prestigiosa, è a portata di viaggio in auto. Attenzione, questo non significa che si tratti di una gita fuori porta. I chilometri sono infatti quasi 600, per un totale di 8 ore di viaggio scegliendo la soluzione più pratica e sicura, cioè quella che prevede il passaggio dalla costa dalmata. Via Michelin indica il costo complessivo dello spostamento in auto in circa 110 euro a tratta, comprensivi di pedaggio e carburante. Per arrivare in Bosnia-Erzegovina è sufficiente la carta d'identità.

NAZIONALISMO. La cittadina non raggiunge i 26.000 abitanti, che per la maggior parte si dichiarano croati. L'Erzegovina è infatti una regione con una forte matrice di questo tipo, diventata ancora pù consistente dopo il tragico conflitto che 20 anni fa insanguinò tutta la ex Jugoslavia. Il sentimento nazionalista, strettamente connesso alla tradizione religiosa cattolica, si manifesta anche tramite la squadra di calcio. La rosa del Široki Brijeg, a parte il brasiliano Wagner Lago, è infatti interamente composta da atleti bosniaco/croati, diverse volte con il doppio passaporto. Anche i simboli, come è logico che sia, fanno la loro parte, visto che lo scudetto del club ha come sfondo la bandiera a scacchi biancorossi tipica della repubblica con capitale Zagabria.

Il "Pecara"

"AMBIENTE" CALDO. Ad animare le partite della formazione biancoblu ci pensa il gruppo degli Škripari. La frangia più calda del tifo ha fatto parlare di sé nel 2009, quando in occasione di una partita casalinga contro i rivali del Sarajevo si innescò una violenta rissa, la più grande mai verificatasi in territorio bosniaco in occasione di una partita di calcio. Quel giorno perse la vita, in circostanze che non sono mai state chiarite, il tifoso della squadra avversaria Vedran Puljić. Se prima l'antipatia tra tifoserie era accesa, dopo quell'episodio la situazione ha preso una piega irreversibile, rendendo la partita tra le due squadre un pretesto per provocazioni continue. Nel novembre del 2010, durante un altro Široki Brijeg-Sarajevo, gli ultras di casa esposero una bandiera nazista in risposta ai vessilli sventolati dagli ospiti, inneggianti proprio a Puljić.

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