Bagarre alla partita di calcio: giocatori inesistenti e accuse di razzismo
Dallo scambio di persona ai presunti insulti razziali: tutto nella gara del girone C di Seconda categoria tra la squadra di Moimacco e quella dell’Udine Keepfit, giocata il 14 gennaio scorso
Uno scambio di identità, presunti insulti di stampo razzista, sconfitta a tavolino e altro ancora. È successo di tutto dopo la partita del girone C della Seconda categoria (ultima serie regionale) tra Moimacco e Keepfit, squadra udinese composta per la maggior parte da immigrati africani.
I fatti
La partita, giocata lo scorso 14 gennaio, era finita era finita 2 a 0 a favore della Keepfit, ma il giudice sportivo ha ribaltato il risultato, determinando la sconfitta della squadra udinese per 3-0 a favore del Moimacco. Sono stati pure aggiunti quattro punti di penalizzazione ai danni del team di immigrati. Nel club ci sono ghanesi, ivoriani, senegalesi e rappresentanti di altre nazioni. Il Moimacco fatto ricorso al giudice sportivo affermando che il team ospite aveva schierato un giocatore con il nome di un altro. In pratica aveva falsificato i dati di tesseramento. Il giudice sportivo ha così interpellato l'arbitro della partita e il direttore di gara ha dichiarato di essere certo che a partecipare alla partita fosse stata una persona diversa da quella presentata nel tesserino consegnato in sede d’identificazione.
Insulti?
I dirigenti del Keepfit hanno hanno invece presentato una memoria difensiva in cui sostengono di aver dovuto lasciare tempestivamente gli spogliatoi dell’impianto sportivo per evitare una rissa. Il motivo? I loro giocatori erano sotto attacco verbale con pesanti insulti razzisti. Circostanza, però, smentita dall'arbitro che interrogato in proposito avrebbe dichiarato di non aver sentito nulla mentre si trovava all'esterno degli spogliatoi. Né urla, né scontri verbali, tanto meno insulti di matrice razzista.
Il verdetto
Secondo il giudice sportivo il calciatore schierato dall'Udine Keepfit non era il trentenne Mohamed Idris, come da tessera federale consegnata in sede di appello, ma un atleta appena maggiorenne. Ancora resta da chiarire chi fosse veramente questo giocatore. Ma ciò che importa è che "in base alle norme federali si tratta di una grave violazione dei principi generali di lealtà, correttezza e probità sanciti dall’articolo 4 del Cgs, rappresentando un illecito disciplinare di particolare gravità”. Inevitabile a questo punto la sconfitta degli ospiti.