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Va in pensione "Giusy verde", maestra all'avanguardia nella didattica per bambini

Dopo 42 anni di servizio, Giuseppina Cipriano termina il suo lavoro al servizio di bambini e bambine dell'infanzia Baldasseria Media di Udine. Storico il suo apporto che, insieme alle colleghe, ha reso quella scuola un modello innovativo da conservare con cura

Centinaia di bambini accolti e cresciuti in un clima di rispetto delle loro esigenze attraverso lo scambio e l'interazione. Una didattica laboratoriale a sezioni aperte tipica della sua scuola e che lei stessa, assieme alle colleghe, ha voluto sviluppare con successo fin dal suo arrivo all'infanzia Baldasseria Media di Udine.

Dopo 42 anni, come si dice in questi casi, di onorato servizio, domani, 12 settembre, bambini e bambine di quella scuola non troveranno però più Giuseppina Cipriano, per tutti la “maestra Giusy”, o meglio “maestra Giusy verde”, visto che insegnava nella sezione contrassegnata da quel colore.

Giuseppina, infatti, è andata in pensione ufficialmente il 31 agosto scorso, anche se, come confessano alcuni genitori, il suo cuore resterà per sempre nelle aule e negli spazi dell'infanzia di via Baldasseria Media.

Dalla Campania al Friuli per amore

Giuseppina, arriva in Friuli agli inizi degli anni Ottanta dal suo paese natale, Vallesaccarda in provincia di Avellino. Dopo aver girato per varie scuole del territorio, nel 2000 arriva al primo circolo di Udine, poi diventato IV Istituto comprensivo. In quegli anni l'unica infanzia nel quartiere era il Cas, in piazzale Cavalcaselle. Nel 2012, l'allora sindaco Furio Honsell, inaugurò poi la nuova scuola, un edificio moderno e con ampi spazi dedicati alle attività di bambini e bambine. Fu proprio Giusy, assieme ad altre maestre, a curare con i tecnici del Comune la realizzazione dell'edificio dal punto di vista delle esigenze didattiche. In particolare, assieme alla maestra Laura, anche lei ora in pensione dal settembre del 2020, si pensò a un metodo innovativo di insegnamento con sezioni eterogenee, con laboratori creativi di intersezione, omogenei per età, resi possibili grazie alla rimodulazione dell'orario di servizio delle maestre.

La scuola come una grande famiglia

Grazie a questo metodo, pur nell'autonomia di ogni singola sezione, vengono proposti dei laboratori in cui bambini e bambine si incontrano a seconda dell'attività. In poche parole tutte le maestre del plesso lavorano con tutti i piccoli alunni e questi ultimi interagiscono con l'intero corpo insegnante, pur mantenendo ovviamente le “proprie” maestre di riferimento nella sezione a cui appartengono. Una grande famiglia in cui i bambini sperimentano lo scambio e l'interazione attraverso spazi e attività comuni.

Tutto questo fino all'arrivo della pandemia che, giocoforza, ha costretto tutti a “ritirarsi” nel chiuso delle proprie aule. Eppure, spiegano sempre alcuni genitori della scuola, si è riusciti, anche se con mille difficoltà, ad abbattere ugualmente i muri. Ecco il motivo per cui in molti scelgono questa scuola proprio per la sua impostazione mentale “diversa” dalle altre. «Non necessariamente meglio o peggio – tiene a precisare una mamma –. Non vogliamo dare giudizi di merito, ma semplicemente constatiamo che grazie anche all'energia, al sorriso, alla professionalità e alle intuizioni di Giusy e delle sue colleghe, i bambini riescono a crescere e imparare in modo divertente e collaborativo con gli altri compagni della scuola».

Il modello didattico

È così che, alcuni laboratori come inglese, psicomotricità, preparazione alla scuola primaria, laboratori creativi,  educazione ambientale, ma un tempo anche tanti altri di cucina o “sensoriali” – entrate nella storia le camminate a piedi nudi sulle foglie, le spremute d'uva con le mani o la preparazione della pizza e dei biscotti – sono diventati l'elemento caratterizzante di Baldasseria Media. Una scuola che oltre a prendere il nome dalla via in cui si trova, è sempre stata aperta alle diverse culture e al rispetto. Basti pensare che proprio con Giusy e le sue colleghe, le mamme e i papà di alcuni bambini di altri Paesi un tempo andavano lì a raccontare le proprie tradizioni, culture, usanze e, quando ancora si poteva, perché no, portavano anche dei piatti tipici del Paese d'origine.

D'altra parte, si sa, è solo attraverso il confronto e le relazioni che si cresce. Ed è stata proprio questa l'intuizione delle maestre di quella scuola, da Giusy a Laura, Licia e Manoela, tutte e quattro andate in pensione, e proseguita poi con le attuali insegnanti e tutte le varie maestre (e maestri) supplenti o di supporto che hanno varcato in questi anni le porte di quel piccolo “nido familiare”. Un esempio da seguire e custodire con cura.

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