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Malattie professionali

Aumentano del 17% le denunce di malattie professionali, due su tre sono per amianto

è allarme malattie professionali anche in Friuli Venezia Giulia, a sottolinearlo in un convegno la Cisl Fvg

In Friuli Venezia Giulia c'è ancora troppa poca consapevolezza per quanto riguarda l’incidenza delle patologie legate al lavoro e il loro impatto pesantissimo a livello individuale e collettivo. Nel 2023 sono state 2.082 le denunce in Friuli Venezia Giulia, con un aumento del 17 per cento rispetto all'anno precedente. E a caratterizzare la nostra regione ci sono le patologie legate all'amianto, infatti, il 75 per r cento delle denunce sono collegate a malattie legate ai polmoni dovute a questo materiale. A sollevare la questione generale la Cisl Fvg che ha organizzato sul tema una tavola rotonda a cui hanno partecipato Inail, patronato Inas Cisl, Azienda sanitaria e Regione.

Emergenza

Diventa necessario considerare le malattie professionali come un’emergenza da affrontare subito. A dare la misura di un fenomeno prorompente sono gli stessi numeri: 2.082 risultano le denunce arrivate all’Inail nel 2023 in Friuli Venezia Giulia (di cui 666 di provenienza Inas Cisl), in deciso aumento rispetto alle 1.769 del 2022. A crescere sono soprattutto i tumori, le malattie del sistema respiratorio e quelle osteomuscolari e del sistema connettivo, di gran lunga le più diffuse, rappresentando il 59,3% del totale. Tra gennaio e dicembre 2022, 43, in regione, sono state le denunce di malattia professionale con esito mortale (817 in Italia). 

Tutela

La nuova tabella delle malattie professionali per l’industria e l’agricoltura, emanata con un decreto nazionale lo scorso novembre, è ancor più restrittiva rispetto alla valutazione delle attività svolte dal lavoratore in modo non continuativo. Per cui sarebbe necessario anche costruire una rete strutturata per dare maggiore tutela e riconoscimento ai lavoratori. "Sarebbe utile, almeno a livello regionale, attivare un comitato tecnico permanente, che coinvolga medici legali, Inail, patronati e Dipartimento prevenzione per confrontarsi sulle denunce e sui mancati riconoscimenti e risolvere eventuali contenziosi. Uno dei problemi sostanziali, infatti, riguarda la normativa che è molto restrittiva rispetto al riconoscimento della malattia, che penalizza fortemente i lavoratori. Stando, ad esempio, alle denunce presentate dall’Inas Cisl nel 2023, su 666 domande (circa 1/3 delle totali regionali), a oggi ne risultano accolte 263. Sono 222 le domande che sono state respinte".

Reinserimento lavorativo

Un altro punto su cui riflettere è il necessario reinserimento sociale e lavorativo delle persone colpite da malattia professionale. Una questione che dovrebbe essere potenziata. Come? "Abbattendo le barriere architettoniche nei luoghi di lavoro, adeguando le postazioni lavorative e intervenendo sulla formazione. Azioni, queste, che vedono allocate ingenti risorse, spese tuttavia, in minima parte, sembra per un sostanziale disinteresse delle aziende ad agevolare il reintegro. Occorre, dunque, che i soggetti preposti al controllo verifichino quanto effettivamente viene speso a tale scopo e sulla base di questo consuntivo si intervenga con progetti di formazione e informazione rivolti ai datori di lavoro".

Dichiarazioni

Il segretario della Cisl Fvg Cristiano Pizzo: “Ci piacerebbe che il nostro Friuli Venezia Giulia diventasse, anche sul fronte della salute e della sicurezza sul lavoro, un sistema partecipativo. La partecipazione al bene primario della salute deve vederci tutti responsabili, il sindacato, le imprese, le istituzioni, affermando, tutti assieme, l’esistenza di un interesse della collettività alla salute, compresa quella sul lavoro, per un principio solidaristico assoluto e per i costi sociali che un elevato numero di infortunati/ammalati comporta a livello sociale”.

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