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Bocciata la legge per la doppia preferenza di genere: il Fvg tra le ultime d'Italia

Dure reazioni in consiglio regionale dopo la nuova bocciatura della proposta di legge per l'introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale regionale del Fvg

Discussione animata in consiglio regionale sulla proposta di legge avanzata dall'opposizione sulla doppia preferenza di genere. La modifica al sistema elettorale è, però, stata bocciata dalla maggioranza. Rispetto a questa decisione, l'assessore competente Pierpaolo Roberti ha chiarito che la giunta è pronta a discutere con l'opposizione di una riforma che riveda la legge elettorale nel suo insieme.

La norma

La norma prevedeva la possibilità di inserire una doppia preferenza sulla scheda elettorale, a patto che i due nomi fossero di genere diverso. L'obiettivo di questa norma sarebbe quello di incrementare il numero di donne in consiglio regionale che, attualmente, sono soltanto 7 su 49

La bocciatura

«Il fatto che sia stata ripresentata la stessa proposta di legge già bocciata da quest'Aula poco più di un anno fa rende strumentale un'iniziativa su un tema che, a nostro avviso, si inserisce in un ragionamento complessivo sulla
legge elettorale, per il quale abbiamo formulato un invito al gruppo più consistente della minoranza di riunirci attorno a un tavolo per cercare una soluzione condivisa. Un'offerta di collaborazione alla quale però ci è stato detto di no
». Lo ha detto l'assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, al punto all'ordine del giorno dedicato alla proposta di legge per l'introduzione della doppia preferenza di genere nell'elezione del Consiglio regionale.

«Per l'ennesima volta il centrodestra ha dato prova di essere ben lontano dall’aver metabolizzato il principio delle pari opportunità e oggi lo ha chiaramente dimostrato negando la doppia preferenza di genere per avere più donne in politica». Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo (Pd) primo firmatario del disegno di legge che mirava a introdurre la doppia preferenza nel sistema elettorale regionale, discusso in Aula.

«A un anno e mezzo dalla prima discussione su questo pdl, il cui esito fu negativo, speravamo di essere arrivati a un momento in cui le condizioni avrebbero portato a una conclusione positiva e condivisa su un necessario intervento sul palese ed evidente divario di genere. Purtroppo, nel centrodestra resta solo la retorica dell'otto marzo, quando il sostegno alle donne si spreca in fiumi di parole». Il Fvg, ricorda Russo, «è tra le peggiori regioni italiane in tema di presenza femminile nelle assemblee e ha il triste primato del 14,2 per cento di presenza femminile all'interno della massima assemblea regionale, il Consiglio, che conta solo 7 donne su 49, contro il comunque misero 17,7 per cento di presenza media su scala nazionale, comunque ben lontano dalla media registrata a livello Ue, pari al 33 per cento (dati 2016)».

Le reazioni

 «Il Consiglio Regionale con la sua maggioranza a trazione centrodestra ha nuovamente bocciato la doppia preferenza di genere per l'elezione dei Consiglieri nell'Assemblea Regionale». Così si esprime, in una nota, il consigliere regionale del Gruppo Misto, Walter Zalukar. «Il consigliere Russo del Pd, primo firmatario della proposta - continua Zalukar - ci aveva già provato l'anno scorso, ma senza successo. Questo semplice accorgimento assolutamente non coercitivo e, per così dire, "soft", avrebbe offerto la possibilità di una maggior presenza femminile nelle istituzioni colmando un divario che è sotto gli occhi di tutti e che abbraccia l'agone politico, ma anche quello economico e sociale. E l'avrebbe colmato senza la spinta artificiosa delle quote riservate, ma lasciando l'elettore del tutto libero di scegliere».

«Sulle inclinazioni della Lega o di Fratelli d'Italia rispetto alla parità di genere non mi pronuncio - continua il consigliere - ma sorprende la posizione di Forza Italia, il partito delle libertà, in economia, nel sociale, nei diritti. Forza Italia si appiattisce sempre più sulle posizioni della Lega e, così facendo, sembra voler abbandonare il suo credo ideologico profondo, il liberalismo. In politica si scende a compromessi, sta nelle cose, ma il compromesso non dovrebbe portare ad abdicare ai valori fondanti. Fu proprio un esponente politico di Forza Italia, l'allora Ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna - ricorda Zalukar - ad introdurre con legge la doppia preferenza di genere che poi è stata adottata in quasi tutta Italia».

Per Simona Liguori e Tiziano Centis (Cittadini), si tratta di una «Ennesima brutta figura del centrodestra che ancora una volta ha pensato bene di bocciare l'introduzione della doppia preferenza di genere nella scelta del prossimo Consiglio regionale. Con i soli voti di una maggioranza sempre più miope e arrogante, sull'altare dell'opportunismo politico è stata sacrificata una proposta di buon senso che avrebbe consentito al Friuli Venezia Giulia di non rimanere una delle tre Regioni italiane, assieme a Valle d'Aosta e Piemonte, in cui la doppia preferenza di genere non è stata ancora prevista nonostante le esplicite indicazioni del Governo nazionale dopo la legge 20/2016 sulle pari opportunità nell'accesso alle cariche elettive».

Per il M5S FVG: «Avremmo votato l’introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale regionale. È una possibilità che esiste già nei Comuni, in quasi tutte le regioni italiane, nel Parlamento Europeo, non capiamo perché non dovrebbe esserci anche nella nostra Regione».

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