Veronica Pivetti porta in scena un evergreen del pensiero reazionario femminile
“Come stanno le cose riguardo ai sessi? Un vecchio proverbio ci suggerisce: capelli lunghi, cervello corto”. Esordiva così Paul Julius Moebius, assistente della sezione di neurologia di Lipsia, nel suo trattato del 1900 L’inferiorità mentale della donna.
Giovanna Gra riprende il testo, lo sottotitola un evergreen del pensiero reazionario, e lo affida all’interpretazione di Veronica Pivetti, accompagnata al pianoforte da Alessandro Nidi. La produzione è degli Artisti Associati di Gorizia in collaborazione con Pigra srl. Lo spettacolo sarà ospite per tre serate nel Circuito Ert: venerdì 22 marzo alle 20.45 al Teatro Plinio Clabassi di Sedegliano, sabato 23 marzo alle 20.45 al Teatro Verdi di Maniago e domenica 24 marzo alle ore 17.30 al Teatro Comunale Gozzi di Pasiano di Pordenone.
L’inferiorità mentale della donna mette in scena testi che in pochi conoscono, fra i più discriminanti, paradossali e, loro malgrado, esilaranti scritti razionali del secolo scorso.
Veronica Pivetti, moderna Mary Shelley racconta, grazie a bizzarre teorie della scienza e della medicina, l’unico, vero, orrorifico Frankenstein della storia moderna: la donna. Oltre al trattato di Moebius dal quale lo spettacolo prende il titolo, Giovanna Gra ha attinto, tra gli altri, da alcune dichiarazioni di Cesare Lombroso – “le donne mentono e spesso uccidono, lo dicono i proverbi di tutte le regioni” – e dal “progetto di legge per vietare alle donne di leggere” di Sylvain Maréchal, scrittore, avvocato e sedicente rivoluzionario, il quale sosteneva che “imparare a leggere è per le donne qualcosa di superfluo e nocivo al loro naturale ammaestramento”.
Nello spettacolo gli scritti razionali sono contrappuntati da canzoni vecchie e nuove ispirate alla figura femminile e da momenti autobiografici, impreziositi da deliranti misurazioni dell’indice cefalico a cui Veronica Pivetti si sottopone con la sua immancabile ironia.