Fotografia come testimonianza. Friuli 1960-1980
Ha aperto al pubblico da domenica 28 novembre, nella chiesa di San Francesco a Udine, FOTOGRAFIA COME TESTIMONIANZA. Friuli 1960-1980, la nuova mostra organizzata dall’IRPAC (Istituto Regionale di Promozione e Animazione Culturale).
La mostra, realizzata in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Udine, Civici Musei di Udine, Fondazione Friuli e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine, è stata inaugurata sabato 27 novembre alla presenza dell’Assessore alla Cultura di Udine Fabrizio Cigolot, di Francesca Venuto Componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Friuli e di Lorenzo Ventre, Presidente IRPAC.
Fotografia come testimonianza. Friuli 1960-1980 è il frutto di un intenso lavoro di ricerca condiviso con diverse istituzioni pubbliche e private regionali. Enti prestatori sono stati infatti la Scuola Mosaicisti di Spilimbergo, l’Università di Udine, la Biblioteca del Consiglio Regionale, il CRAF, i Civici Musei di Udine, la Cooperativa Guarnerio ma anche archivi privati come quello della famiglia Pavonello, Alessandro Pennazzato e di fotografi come Claudio Ernè e Fulvio Pregnolato, che hanno consentito di esporre al pubblico numerosi scatti inediti.
Corredano l’esposizione delle oltre cinquanta immagini anche alcuni filmati messi a disposizione dalla Cineteca del Friuli e dalle teche RAI e un ricco catalogo fotografico con saggi di Claudio Domini, Paolo Medeossi e Alvise Rampini.
Il progetto Fotografia come testimonianza. Friuli 1960-1980 è iniziato con l’analisi e la ricerca dei principali avvenimenti storici che hanno interessato il nostro territorio tra il 1960 e il 1980: anni ricchi di importanti traguardi istituzionali come il riconoscimento del Friuli Venezia Giulia come Regione Autonoma (1963), la creazione della Provincia di Pordenone (1968) e l’istituzione dell’Università degli Studi di Udine (1978). Ma quelli sono anche gli anni delle prime contestazioni giovanili, degli scioperi dei lavoratori, della tragica alluvione del 1966 e del terribile terremoto, un decennio dopo.
“Questa mostra è la narrazione iconografica, attraverso le fotografie presentate, di un passato che ancora si proietta, presente, nell’oggi e ci riporta ad un periodo di fermenti, di rincorse e, a volte, di perdite e delusioni – spiega Lorenzo Ventre, Presidente IRPAC -. Con realismo la fotografia ha fissato, illustrando, i cambiamenti del quotidiano e oggi, nelle raccolte di scatti, possiamo misurare quanto la nostra società sia mutata, nel bene come nel male, e quale eredità ci è stata lasciata e offerta”.
Altri importanti avvenimenti di cronaca segnano il Friuli Venezia Giulia fra il 1960 e il 1980, andando ad imprimere gli scatti fotografi professionisti, ad uso dei maggiori quotidiani, come l’attentato terroristico all'oleodotto Trieste-Ingolstadt nel 1972, o la tragedia dei migranti sopraffatti dal freddo al confine italo-yugoslavo, ma anche di amatori che hanno documentato avvenimenti politici, cerimonie, eventi sportivi.
Due decenni segnati anche dalla ripresa economica e dal boom edilizio, dalle profonde trasformazioni urbanistiche che in molti casi hanno cancellato l’antico tessuto delle città – si pensi in particolare all’abbattimento del Teatro Puccini di Udine, del 1964, e del Cinema Eden del 1961, o alla realizzazione di Largo dei Pecile, sempre dei primi anni Sessanta – ma anche dal fiorire di nuove costruzioni come il Palasport Primo Carnera (1975).
La nuova mostra fotografica dell’IRPAC è però anche l’occasione per rivivere frammenti di quotidianità o eventi di particolare interesse come la visita di importanti esponenti del mondo politico e culturale: ritroviamo ad esempio Marco Pannella in manifestazione a Udine con Loris Fortuna (1973), Dario Fo con Franco Basaglia a Trieste (1977). Altri scatti ci riportano al funerale di Pier Paolo Pasolini a Casarsa (1975).