Donne in Nero in piazza per manifestare contro la guerra
Sabato 9 aprile, le Donne in Nero di Udine manifesteranno in silenzio in piazza San Giacomo dalle ore 17 e 30 alle ore 18 e 30 per protestare contro la guerra in Ucraina. In caso di pioggia si troveranno sotto i portici del tratto iniziale di via Cavour.
Le motivazioni
L'associazione si esprime in questi termini: "A quaranta giorni dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina, la guerra diventa sempre più disumana e cieca, facendo strage di vite innocenti, riducendo le città a cimiteri, minacciando la catastrofe atomica, distruggendo ogni spiraglio di pace. Per questo va fermata subito! Fermare la guerra vuol dire negoziare con determinazione e su tutto: il cessate il fuoco, i corridoi umanitari, la fine dell’invasione e delle operazioni militari, la sicurezza collettiva, il rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze. Tutte le strade vanno percorse!"
E aggiungono:"Chiediamo di fermare l’escalation che minaccia di travolgerci. A tutti i responsabili della politica internazionale, all’Onu, finora silente e pavida, all’Unione Europea incapace di assumere una responsabilità forte nell’avvio di trattative diplomatiche, agli Stati Uniti, determinanti per una possibile soluzione del conflitto, Chiedimao di aprire un negoziato multilaterale vero, strutturato, coraggioso. Non vogliamo rassegnarci alla guerra!"
Solidariertà per il popolo ucraino ma vorrebbe un'accoglienza anche per i profughi che arrivano da altri scenari di guerra: "Siamo solidali con la popolazione ucraina e con tutte le persone che in quel terribile scenario, dall’una e dall’altra parte, scelgono di esercitare l’obiezione di coscienza all’uso delle armi e in Russia si oppongono anche alle politiche aggressive e illiberali decise da Putin. Siamo solidali con tutti i profughi/profughe e richiedenti asilo che da più parti del mondo fuggono da violenze, guerre e persecuzioni e chiedono di essere accolti in Europa, nonostante i continui respingimenti".
Sulle spese militari si dicono contrarie: "Diciamo no all’aumento delle spese militari che l’Italia intende realizzare nei prossimi anni, invece di investire le proprie risorse a sostegno della sanità pubblica, dell’istruzione, della ricerca, delle politiche sociali e di una vera riconversione ecologica. Ci opponiamo a un ampliamento dell’apparato militare che conduce alla legittimazione della guerra, alla sua “normalizzazione”, tradendo i principi fondativi della nostra Costituzione".
E concludono: "Vogliamo vivere in un’Europa in grado di costruire la pace e la convivenza fra le popolazioni, nel rispetto della giustizia e dell’uguaglianza, nella cura di una casa comune".