Canti di Pace, concerto Gospel a Cividale
“Cjantis di Pâs - Canti di Pace – Pesem Miru”, sabato 7 marzo a Cividale concerto a Cividale. Evento del progetto transfrontaliero "Pot Miru".
Pensare alla Pace, all'interno delle celebrazioni riguardanti la Grande Guerra, è una sfida importante: si tratta di ripensare al quotidiano, in particolare, ai momenti di serenità, agli incontri, alle situazioni sociali, collettive, ai propri silenzi e alle speranze. In altre parole, alla via di fuga che l'animo umano può trovare nelle situazioni peggiori, per non farsi sopraffare dalla vita. Quei momenti di spensieratezza in circostanze tutt’altro che tranquille, riemergeranno attraverso la voce, le parole, le melodie e gli arrangiamenti inediti e originali proposti nel concerto “Cjantis di Pâs - Canti di Pace – Pesem Miru” che si svolgerà sabato 7 marzo, a Cividale del Friuli, nella chiesa di San Francesco (inizio alle 20.30).
“Si tratta di un evento musicale di alto spessore – ha affermato l’assessore provinciale alla cultura, Francesca Musto – sia per i contenuti, i testi, le musiche e gli arrangiamenti, sia per gli interpreti coinvolti. Il messaggio contenuto in quest’occasione è già esplicitato nel titolo dell’evento, che di anni terribili, vuol far riaffiorare il vivere quotidiano della comunità friulana e di quella slovena. Brani popolari e classici che si contraddistinguono da una particolare forza comunicativa visto che sono giunti fino a noi tramandati praticamente di generazione in generazione”. Sulla proposta musicale si è soffermato nel corso della presentazione, Rudy Fantin direttore artistico e autore degli arrangiamenti. “I brani con le parole, i suoni, le voci e gli strumenti, di oggi e di ieri, che hanno animato il ballo, i riti, gli incanti, ci riportano sia alla generazione legata al conflitto sia a quelle di oggi cui quelle melodie sono arrivate, tramandate nel tempo e preservate dall’oblio. Le voci dell'FVG Gospel Choir, sorrette dai musicisti della Big Band e dall'Orchestra Sinfonica della RVT Slovena, reinterpreteranno in chiave contemporanea i grandi classici della nostra tradizione (ad esempio "Cisilute", "Joi ce buino l'ago frescjo di Ludario", "Se jo vês di maridâmi"), o riscopriranno brani come "Une Mari" di G. Zorzi, scritto per il battesimo del sacrario militare di Redipuglia (1923). Non mancheranno i brani sloveni come Marija, skoz ?ivljenje di I. Hladnik, o brani della tradizione, cantati nelle Valli a seconda della lingua di famiglia, dove Sdrindulaile diventa Oj bo?ime, assumendo un significato completamente diverso”.