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Economia

Orietta Olivo (Cgil): "Cancellare la riforma sanitaria del governo Tondo"

Secondo il sindacato, bisogna eliminare sprechi e doppioni, razionalizzare la spesa in servizi, fermare la corsa agli appalti e alle privatizzazioni, investire sui dei servizi territoriali. "Sì agli investimenti, l'utile 2012 è stato di 25 mln euro"

«La riforma sanitaria della Giunta Tondo va cancellata. Ad essa eravamo contrari sin da quando ci è stata presentata come disegno di legge, lo abbiamo ribadito dopo la sua approvazione, lo ribadiamo con maggiore forza adesso, condividendo l’obiettivo di un nuovo intervento legislativo di segno completamente diverso, annunciato dalla Giunta Serracchiani». La segreteria regionale della Cgil, con la responsabile sanità e welfare Orietta Olivo, risponde così alla levata di scudi del centrodestra contro la cancellazione della riforma Tondo.
«Una riforma – commenta ancora Olivo – che solo adesso le forze della ex maggioranza definiscono tale, quando in sede di stesura e di approvazione la definifano come un semplice riordino». La Cgil ribadisce poi, «nel merito», i motivi della propria contrarietà: «Di riforma non si trattava – prosegue Olivo - perché dietro alla legge approvata alla fine della scorsa legislatura non esisteva alcun disegno complessivo di politica sanitaria e di programmazione strutturale della spesa. L’esatto opposto, quindi, di una riforma virtuosa».

È proprio su queste basi che la Cgil indica gli obiettivi che deve porsi la nuova legge di riforma: «Eliminare sprechi e doppioni, razionalizzare la spesa in servizi, fermare la corsa agli appalti e alle privatizzazioni, investire sul potenziamento dei servizi territoriali, a partire dal potenziamento dei distretti, che la legge Tondo invece indeboliva aumentandone il bacino, dell’assistenza domiciare e dei servizi di prevenzione. Investimenti possibili, anche alla luce dell’utile di 25 milioni sul bilancio 2012, che va destinato al miglioramento dei servizi. Solo così – conclude Olivo – e con adeguate politiche sul personale, compresa la formazione, potremo mantenere standard di eccellenza nel servizio e nel contempo governare la spesa, oggi sbilanciata sugli ospedali a scapito del territorio».

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