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Economia

Un Sace Point in Confindustria per supportare l’export delle imprese friulane

Sviluppato un piano per le imprese esportatrici per garantire più sostegno ai settori strategici dell’industria italiana

Un Sace Point in Confindustria Udine: questa una delle azioni concordate durante un incontro ospitato a palazzo Torriani, sede degli Industriali friulani, tra la presidente Anna Mareschi Danieli ed i rappresentanti di Sace Simonetta Acri, Chief Sales Officer, ed Alberto Turchetto, Head of North East Area. In coerenza con le linee strategiche del Gruppo Cassa depositi e prestiti di cui fa parte, che identificano nel supporto all’export e all’internazionalizzazione delle imprese italiane un pilastro fondamentale per le attività del Gruppo, Sace ha sviluppato un piano che prevede un significativo incremento delle risorse mobilitate e un nuovo modello di servizio per le imprese esportatrici per garantire un più forte sostegno in mercati ad alto potenziale e ai settori strategici dell’industria italiana.

“Export e internazionalizzazione sono due fattori cruciali per la competitività della nostre imprese e la proiezione sui mercati esteri è fondamentale per consolidare anche gli insediamenti sul nostro territorio. Per aumentare il numero degli esportatori abituali - spiega Anna Mareschi Danieli - è necessario approfondire la conoscenza degli strumenti messi a disposizione delle imprese, la gestione del risk management e le leve per proteggere i propri crediti ed operazioni con controparti estere. Per questo, ogni mese, o su richiesta specifica degli imprenditori, Confindustria Udine, che all’internazionalizzazione destina già da tempo risorse e competenze dedicate, implementerà i servizi organizzando incontri personalizzati mirati alle specifiche esigenze aziendali, ai quali sarà presente un funzionario Sace”.

Le esportazioni in provincia di Udine (elaborazione dati dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine), sono cresciute nel primo semestre del 2018, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ben oltre il doppio della media italiana: +9,1%, passando da 2.745 a 2.994 milioni di euro, contro il +3,7% nazionale. L’incremento percentuale, superiore anche a quelli registrati dalle macro aree del Nord-Est, +5,9%, e del Nord-Ovest, +4%, conferma il dinamismo delle vendite all’estero delle aziende udinesi, complessivamente con valori superiori alla fase pre-crisi del 2008.

La quota dell’export provinciale udinese su quello regionale si attesa al 36%, superiore a quello delle altre province (Pordenone 24,3%, Trieste 18,2%, Gorizia 21,6%). Durante l’incontro è stata fatta una panoramica sull’attuale situazione geopolitica in continua evoluzione, con particolare riguardo ai rapporti tra USA e Cina ed al tentativo in corso di riscrivere le regole del commercio internazionale. Infine, si è convenuto di agire su due fronti: da un lato stimolare le filiere, in primis della metalmeccanica e del legno-arredo, coinvolgendo i rispettivi cluster regionali, per azioni di sensibilizzazione nel far rete tra il capo-filiera e le imprese a monte o a valle dell’esportazione; dall’altro, con l’individuazione di pochi ma strategici mercati target, intercettando grandi buyers esteri da invitare sul territorio regionale per organizzare business matching con le aziende associate. In una fase seguente, si potranno organizzare missioni mirate nei mercati individuati per approfondire i primi contatti avuti.

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