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Open Dialogues, Fvg piattaforma ideale per politiche di friendshoring

Si è parlato di geoeconomia e politiche monetarie tra Usa, Cina, India ed Europa. Quindi focus Germania

"Il Fvg può essere piattaforma ideale dove rilocalizzare industrie che si erano spostate verso Paesi di cui ora ci fidiamo un po’ meno". A stimolare i friulani su questa opportunità da cogliere, “approfittando” del fenomeno del friendshoring che sta caratterizzando le economie di tutto il mondo in questi anni di pesanti riequilibri nelle relazioni economiche fra Paesi, è stato il direttore scientifico di Open Dialogues for the Future Federico Rampini, aprendo la sessione pomeridiana della prima giornata del forum sulla geopolitica e geoeconomia organizzato dalla Camera di Commercio Pordenone-Udine, moderata dal vicedirettore Economia del Gruppo Nem Luca Piana. Un pomeriggio che, seguendo il programma di eventi diffusi nel cuore del centro storico di Udine, è stato ospitato nella sede della Fondazione Friuli, recentemente ristrutturata e inaugurata per il pubblico friulano "che oggi, con questo evento, vive il suo momento di inaugurazione internazionale", ha detto il suo presidente Giuseppe Morandini dando avvio ai lavori. "Odff è solo alla seconda edizione – ha aggiunto ringraziando il presidente Cciaa Da Pozzo – , ma già dall’inizio si è rivelato un evento con la capacità di lasciare segno profondo, dedicando grande attenzione non nell’elencare le tante problematiche che dovremo affrontare in futuro, ma nel concentrare le forze per indicare possibili vie d’uscita".

Stimolato dalla domanda di Piana, Rampini, affiancato nell’analisi degli scenari economici mondiali da Nilanjan Ghosh (Observer Research Foundation) e Atanas Pekanov (Austrian Institute of Economic Research), si è concentrato sul mercato statunitense e in particolare sul dato positivo dei mercati azionari americani ai massimi storici, "che ci fanno partire da un dato di ottimismo – ha evidenziato il giornalista –, nonostante siamo circondati dai profeti di malaugurio. L’apocalisse non è ancora accaduta: un anno fa a quest’ora c’erano previsioni di recessione, pluriannunciate, ma questa temuta recessione non c’è mai stata". Scampato pericolo, dunque, e ci troviamo "in uno scenario di soft landing, con l’inflazione che sta decelerando e il mercato lavoro praticamente alla piena occupazione". Nonostante questo, ha avvertito Rampini, la stragrande maggioranza degli americani è scontenta e convita che l’America stia andando sulla cattiva strada. Rampini ha elencato immigrazione clandestina incontrollata, problemi di ordine pubblico e sicurezza "e se è vero che abbiamo avuto uno shock inflazionistico, si sono adeguati molti salari, con aumenti in alcuni settori anche del 25-30%. Eppure non basta, né basta sentirsi dire che inflazione rallenta. Ci sono due questioni, di velocità e livello: l’inflazione rallenta perché la velocità di aumento di prezzi cala, ma i prezzi hanno fatto un salto e là stanno". Rampini ha confermato un’America con un’economia molto solida, avvantaggiata anche, se così si può dire, dal fatto che va invece va male l’economia cinese. "La Cina sta tornando a metodi di gestione dell’economia molto statalisti e dirigisti – ha detto –. È deflazionista e questa pressione deflazionistica su America e sul resto del mondo sta avendo un effetto positivo». In America, poi, stanno funzionando le politiche di Biden come l’Inflation reduction Act, soprattutto verso i settori che si occupano di sostenibilità, così come i sussidi per la produzione di semiconduttori – anche se in questo caso, ha evidenziato Rampini «il problema è che i giovani non vogliono fare quel lavoro". Si sta dunque producendo il fenomeno "di cui discutevamo l’anno scorso, il friendshoring – ha aggiunto Rampini –, che significa ridisegnare le mappe della globalizzazione, rilocalizzando molte produzioni in Paesi più alleati, affidabili, meno ostili. Un dato esemplare: per la prima volta in 20 anni il Messico è tornato essere il primo partner commerciale degli Usa, in quanto è uno dei beneficiari del friendshoring. Come il Messico, anche l’India sta beneficiando di questo fenomeno, soprattutto per la ricollocazione del comparto dell’elettronica, e su questa linea le opportunità ci sono anche per molte regioni europee e italiane", ha concluso.

E se sulle particolari politiche economiche del complesso subcontinente indiano è intervenuto nel dettaglio Ghosh, soffermandosi anche sulle relazioni con i Paesi contermini, Piana ha interrogato Pekanov sull’Europa. «Il mondo è stato colpito da molti shock – ha detto Pekanov –. Cina e stati Uniti stanno intervenendo attivamente nella politica industriale con molti investimenti per la transizione verde e digitale e per avere successo anche noi europei dobbiamo passare dall’imposizione di divieti a finanziamenti da mettere sul tavolo, affinché la transizione abbia successo, anche agli occhi dell’opinione pubblica. Politiche industriali in cui non dobbiamo agire ognuno per sé, ma attraverso politiche comuni».

Il pomeriggio in Fondazione è proseguito con un secondo panel dedicato alla Germania, introdotto dall’intervento del Ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani, dal video intervento della ceo di Enit Ivana Jelinic e dalla lettura del messaggio del Ministro delle imprese e made in Italy Adolfo Urso. Interventi di Susanne Welter, console della Germania a Milano, e quindi sul mercato tedesco di Heiner Flassbeck (già Segretario di Stato alle finanze) e Marcus Kerber (ex Segretario di Stato agli Interni), per poi concentrarsi sulle esperienze imprenditoriali “di casa”, con Paolo Fantoni (ceo Fantoni) e Renato Mascherin (vicepresidente Brovedani Group).

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