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"L'auto è il nostro ufficio": il caro-benzina mette in crisi gli agenti di commercio

Massimiliano Pratesi, agenti di commercio di Confcommercio Udine: «L’aumento dei carburanti incide per 4-5mila euro all’anno»

Tra i tanti comparti penalizzati dal caro carburanti ci sono gli agenti e i rappresentanti di commercio. «L’impegno del governo per interventi che riducano il prezzo è apprezzabile, ma non sufficiente. Come già espresso dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, e come sottolineato dal nostro presidente nazionale Alberto Petranzan, è in atto una speculazione ingiustificata. Occorre un'authority europea immediatamente operativa per calmierare i costi e intervenire sulle anomalie dei mercati delle materie prime», sottolinea Massimiliano Pratesi, presidente di Fnaarc Udine, la Federazione di categoria aderente a Confcommercio.

Il punto è capire quanto incide l’aumento di benzina e gasolio sulla categoria. «Per noi agenti che abbiamo nell'auto un vero e proprio “ufficio”, con una media annua di oltre 60mila chilometri percorsi – spiega Pratesi –, i rincari pesano tra i 4 e 5mila euro in più sulla nostra attività, che già ha margini assottigliati per altri aumenti e la diminuzione delle vendite a causa della carenza di materie prime. Tra l’altro, il tetto di deducibilità del costo dell'auto, 25mila euro, è bloccato da tempo ormai immemorabile e non ci consente di acquistare auto “green”. Gli sconti grazie all'extragettito Iva e il taglio delle accise, che noi stessi avevamo indicato fra le misure possibili per abbassare la “febbre” del prezzo del carburante, non sono più sufficienti a causa degli ulteriori, recenti rialzi. Ben che vada si ritornerebbe alla situazione di alcuni giorni fa quando il litro costava 15/20 centesimi in meno». Pratesi ricorda anche che «per chi è in contabilità forfettaria si parla di un costo non deducibile come avviene invece per chi è in contabilità semplificata o ordinaria, che può vedere parzialmente mitigato l’incremento del costo del carburante per effetto del risparmio fiscale». Di qui l’appello anche del presidente nazionale Petranzan: «Bisogna agire in fretta per calmierare i costi e ridare così fiato e fiducia alle imprese». 

I sindacati

Il grido d'allarme è rilanciato dalla Fisascat Cisl. «Oggi, il caro carburante rischia di assestare un colpo durissimo, forse letale, ai quasi 5.000 agenti di commercio del Friuli Venezia Giulia», spiega il responsabile del settore, nonché delegato Enasarco, Dario Zanatta: «Dopo aver passato tutto il 2020 a far comprendere alle istituzioni come intervenire correttamente per dare dei sostegni concreti alla Categoria, avevamo visto una certa ripresa nel 2021, grazie alle parziali aperture fatte dal Governo dovute all’entrata in scena dei vaccini. In alcuni settori, l’incremento degli ordini è stato talmente importante da lasciar supporre un recupero delle perdite del 2020. Purtroppo, ci siamo svegliati in una realtà per certi versi peggiore di quella precedente: mancanza di materie prime, aumento delle bollette di luce e gas, che portano i clienti a ridurre drasticamente gli ordini, e un aumento spropositato del carburante, indispensabile agli agenti di commercio per fare il loro lavoro».

Le richieste

«Chiediamo - prosegue Zanatta - al Governo e alla Regione di intervenire concretamente e con urgenza per gli agenti di commercio perché, senza coloro che favoriscono la vendita di beni e servizi, rischiano di esserci importanti ricadute su qualsiasi tipo di ripresa e un aggravio dei costi per le aziende, che dovranno trovare altri canali, decisamente più costosi, per promuovere e vendere i loro prodotti. Fermare questa categoria significa bloccare lavoratori che movimentano ogni anno tra il 60% e il 70% del PIL italiano».

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