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Economia

Chi controlla i conti degli enti pubblici? La "terza via" dei commercialisti

Commercialisti e revisori dei conti spiegano le proposte di modifica al Disegno di legge di riforma della finanza locale presentate alla Regione

Né il sorteggio, né la chiamata diretta possono garantire un controllo indipendente sui conti degli enti pubblici nell'interesse dei cittadini. Ne sono convinti i commercialisti e gli stessi revisori dei conti che hanno presentato alla Regione la loro proposta per il criterio di scelta, inserita nella riforma della finanza locale. Propongono, infatti, ‘una terza via’ rispetto al vecchio metodo, che consente appunto che sia il controllato a scegliere il controllore, e a quello contenuto nella bozza presto all’esame del Consiglio regionale, che affida alla sorte la designazione all’interno di un registro di abilitati. Si tratta di circa 270 incarichi, in Comuni, Province e future Uti, che attualmente impegnano un centinaio di professionisti.

Oggi a Udine Lorenzo Sirch, presidente Odcec di Udine e vicepresidente Conferenza Odcec Triveneto, e Rosa Ricciardi, presidente Ancrel Fvg, hanno illustrato, appunto, la proposta consegnata nei giorni scorsi all’assessore regionale Paolo Panontin. Infatti, il Friuli Venezia Giulia, in virtù della sua autonomia, non ha ancora riformato la materia, mentre già da alcuni anni nel resto dell’Italia sono intervenute innovazioni, che si sono già rivelate non sempre positive.

“Il meccanismo del solo sorteggio adottato nelle Regioni ordinarie, che ha affidato al caso la scelta del revisore – ha spiegato Sirch - ha prodotto tali e tante criticità, che il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha richiesto e ottenuto dal Ministero un approfondimento per superarle. L'attività del revisore è utile per le nostre comunità e la nostra Regione ha la possibilità di essere veramente all’avanguardia, evitando gli errori già commessi da altri. La proposta indica diversi requisiti di inserimento nell'elenco regionale, rapportati sulla base dell’esperienza maturata e dei crediti formativi conseguiti. La suddivisione dell’elenco regionale dei revisori dei conti in tre fasce di Comuni: quelli fino a 5000 abitanti, fino a 10mila e oltre, deve prevedere i revisori di prima nomina nei Collegi in modo da far fare loro un'esperienza guidata dai colleghi più esperti".

Da anni l'Ordine di Udine e l'Ancrel stanno curando la preparazione dei loro iscritti per poter garantire quella professionalità che oggi è necessaria al revisore del Sistema integrato Regione-Autonomie locali riconosciuto nel Protocollo Padoan-Serracchiani del 2014. “In merito alle modalità di nomina – ha aggiunto Ricciardi - proponiamo che sia la Regione a sorteggiare la terna di 3 revisori per il Comune con revisore unico o 9 revisori nel caso di Comune, Province e Uti con Collegio, e al Consiglio Comunale resti la libera scelta dei revisori all’interno dei nominativi estratti. Su questo punto la mediazione trovata con il Consiglio delle autonomie (Cal) ci sembra una mediazione al ribasso che non cambia, nella sostanza, le modalità di nomina attuali, mentre il Friuli Venezia Giulia deve puntare a un revisore non condizionato dalla nomina consiliare. A nostro parere sarebbe utile, poi, la stesura di una convenzione tra Regione e Sezione di controllo della Corte dei Conti finalizzata alla collaborazione e allo scambio delle banche dati, anche per evitare sovrapposizioni di richieste che appesantiscono l’attività anche dei funzionari degli enti locali". "Naturalmente - ha concluso Sirch- anche per i revisori delle società partecipate dagli enti locali deve essere seguita la stessa procedura per la verifica della preparazione specifica e per la nomina".

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