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Economia

Ecco come rilanciare il rapporto banca-impresa: servono altre forme di finanziamento

Chiara Valduga (Confindustria): "E' necessario aprire canali alternativi a quello bancario classico. Da qui il rilancio del Private equity, per il quale esiste uno sportello apposito"

Il finanziamento bancario sarà sempre più ristretto per le imprese. Occorre dunque un cambio culturale per prendere in esame anche strumenti alternativi di approvvigionamento di liquidità.  E’ questo il messaggio che arriva agli imprenditori friulani dal convegno dal titolo “Nuove opportunità per rilanciare il rapporto banca-impresa” promosso a palazzo Torriani da Confindustria Udine e UBS Italia.  Nell’aprire l’incontro Chiara Valduga, vicepresidente con delega a Credito e Finanza di Confindustria Udine, ha infatti sottolineato come il rapporto banca-impresa deve essere necessariamente reimpostato alla luce dell’attuale situazione di difficoltà. “Serve nuova finanza per le aziende, aprendo canali alternativi a quello bancario classico; canali alternativi da tempo individuati ma mai diventati realmente efficaci, si veda ad esempio i minibond: è ora quindi necessario farli funzionare ed adattarli alle esigenze delle imprese perché proprio le esigenze delle imprese necessitano di risposte urgenti. Le aziende – ha aggiunto Chiara Valduga – devono essere poi supportate in questa fase non solo nel trovare nuove forme di finanziamento, ma anche nel rafforzarsi patrimonialmente. Da qui il rilancio del private equity - Confindustria Udine ha istituito recentemente un apposito sportello – e gli strumenti ibridi di capitale”.
 
Dal canto suo, Michele Bortolussi, presidente di Confidi Friuli, ha indicato le tre ragioni per cui il rapporto impresa/banca non sarà più lo stesso: “Primo: le sofferenze bancarie in questo ultimo periodo sono aumentate a livello esponenziale e le banche italiane, il cui attivo è per lo più costituito dai crediti che vantano nei confronti delle aziende, sono sempre più timorose nel finanziare imprese e nuove iniziative imprenditoriali. Secondo: i nuovi vincoli determinati da Basilea 3 e da Eba impongono alle banche un più consistente patrimonio di vigilanza. Terzo: l’intermediazione bancaria è oggi meno conveniente per gli istituti di credito perché hanno a disposizione una forbice di tassi molto più bassa che in passato e, di conseguenza, i bilanci positivi si fanno soprattutto con il trading bancario”.

Nel parlare delle prospettive economiche internazionali Alessandro Caviglia, responsabile investimenti UBS (Italia) S.P.A., ha stimato nel 2,9% la crescita attesa dell’economia globale nel 2013. “UBS ha una visione complessivamente positiva per il futuro dell’economia mondiale, pur tenendo conto delle marcate differenze per aree geografiche: a fronte degli Stati Uniti in linea con il suo potenziale post-crisi e di un’area Euro ancora molto fragile, ecco venire in soccorso l’Asia, che si appresta a diventare da fabbrica del mondo a più grande mercato di consumo del pianeta”.
 
 

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