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Martedì, 30 Aprile 2024
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Con il Parco Moretti così vivo, Udine diventa bellissima

Per dieci giorni il grande parco cittadino si è trasformato in un teatro a cielo aperto per il festival Terminal che ha organizzato anche alcune esperienze immersive in città

Udine sa essere bella e viva, quando vuole. Lo fa soprattutto grazie agli eventi che fioccano in primavera, basti pensare a quel periodo dell'anno quando Far East Film Festival fa staffetta con vicino/lontano e magari contemporaneamente in piazza Primo Maggio ci sono i truck dello street food. La città si riempie di turisti e appassionati, si colora e vivacizza con naturalezza. Ma lo fa anche in altri momenti dell'anno, come è successo negli ultimi giorni grazie a Terminal. Un altro festival, dal carattere completamente diverso, che ha attirato un pubblico incredibilmente eterogeneo e curioso. Arte di strada, circo contemporaneo, sperimentazione.

parco moretti terminal

Il parco Moretti è diventato per dieci giorni un teatro all'aria aperta, animato da artisti provenienti da tutta Europa che hanno abitato questo luogo così significativo per la città che, in questo modo, ha trovato una sua completezza d'essere, così richiesta dalle persone residenti. È stato bello e importante vedere il parco vissuto anche oltre il tempo degli spettacoli, con artisti e volontari sparpagliati tra il verde del Moretti, in cerca di ombra e concentrazione. È stato bello vedere famiglie portarsi le coperte da casa per assistere alle performance seduti sull'erba, bambini muoversi in sicurezza tra le persone, richiedenti asilo mischiarsi tra la gente per guardare incuriositi gli spettacoli e anche poliziotti a piedi fermarsi, durante i loro controlli ordinari tra i vialetti, per guardare le evoluzioni degli acrobati. 

polizia parco moretti

Le esperienze in città

È stato belle vedere il parco vivere in maniera così sana, ma è stato bello anche cedere alla tentazione di partecipare ad alcune delle esperienze organizzate durante il festival che hanno portato il pubblico fuori dal Moretti, per uno sguardo diverso sulla città. La prima è Audiobus, format ormai collaudato ma che di anno in anno si rinnova. Quest'anno il viaggio lungo le vie di Udine si è svolto a bordo della circolare numero 14 e la narrazione è stata affidata ai ragazzi e alle ragazze di Hattiva Lab, centro diurno per persone con disabilità, che hanno condiviso il proprio punto di vista sulla città ma anche sul modo in cui ognuno di noi la può vivere, ognuno con le proprie disabilità note o non note, grandi o piccole che siano. L'esperienza prevede di salire a bordo del bus con le cuffie e lasciarsi guidare dalle voci e dai suoni registrati. Si trova il proprio posto a bordo del mezzo e in qualche modo ci si isola, trovando però negli sguardi degli altri passeggeri una dimensione collettiva dai contorni intimi e introspettivi. Il fatto che sull'autobus, poi, salissero anche passeggeri "ordinari", è stata la cifra che ha reso ancor più interessante il viaggio: gli sguardi incuriositi di chi vedeva i partecipanti assorti nelle loro cuffie ha restituito l'importanza della commistione, il trovarsi in mezzo "agli altri". 

Il secondo appuntamento fuori dal parco è stato "La scomparsa di Giorgio P.". Un'esperienza multimediale da vivere rigorosamente da soli, ideata anche in questo caso da Zeroidee. Chi partecipava avrebbe accettato di assumere l'identità di un'altra persona e di lasciarsi guidare da alcuni messaggi via Whatsapp che lo avrebbero condotto nel cimitero di San Vito di Udine, lungo le tracce di un’amicizia lontana con un finale aperto e denso di significato. Non si è trattato di uno spettacolo, ma di un’esperienza itinerante e molto introspettiva da vivere prima persona, ognuno a modo suo. In questo modo, chi ha partecipato, si è preso un breve periodo di tempo per godersi una piccola parte di Udine in una maniera completamente nuova, scoprendo anche di potersi concedere riflessioni sull'attualità senza la fretta del quotidiano. Se lo riproporranno, il consiglio è di partecipare senza dubbio. 

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