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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Tagli alle scuole con meno di 600 alunni, parte la controffensiva

La contromossa è stata ideata dall'assessore regionale all'Istruzione Lizzi, sfruttando il concetto di "minoranze di lingua straniera" introdotto dalla Spending Review

C’è l’escamotage per uscire dal vicolo cieco dei tagli alla realtà scolastiche con meno di 600 alunni. La contromossa ideata dall’assessore provinciale all’Istruzione, Elena Lizzi, trova sponda proprio nel provvedimento della “spending review” che ha introdotto il concetto di ‘minoranze di lingua madre straniera’. Facendo leva su questa dicitura presente nel dettato normativo, la Lizzi ha inviato una missiva al Miur, all’Ufficio Scolastico regionale del FVG e al dirigente dell’Ufficio VIII – ambito territoriale per la provincia di Udine, alle organizzazioni sindacali, nella quale chiede che si proceda immediatamente alla nomina dei dirigenti con incarico a tempo indeterminato nelle seguenti scuole: ITG “Marinoni” di Udine, ISIS “Linussio” di Codroipo, Istituto comprensivo “Carducci” di Lignano Sabbiadoro, Istituto comprensivo di Martignacco, ISIS “D’Aronco” e ITC “Marchetti” di Gemona del Friuli, ISIS “Manzini” a San Daniele del Friuli.

L’assessore indica ai sindaci dei Comuni dove hanno sede gli Istituti coinvolti la strada da percorrere: dichiarare immediatamente la presenza nei rispettivi territori di minoranze di lingua madre straniera (potenzialmente rientrano tutte le lingue madre straniere, dal serbo al romeno, dallo spagnolo all’albanese, dal bosniaco al francese…), mossa che consentirà, stando al tono letterale della legge nazionale sulla revisione della spesa, di applicare lo status di area geografica caratterizzata da specificità linguistica, e ciò indipendentemente dalla questione della lingua friulana che sarà oggetto di un altro eventuale capitolo di ricorsi e azioni legali, visto che – precisa la Lizzi – “questo atto che abbiamo intrapreso non esclude la nostra resistenza legale e/o il ricorso contro provvedimenti che riteniamo illegittimi in quanto in contrasto con la legge 482/1999 di tutela della lingua friulana, legge dello Stato che lo Stato stesso ha violato”.

A stretto giro di posta i sindaci dei Comuni interessati stanno già inviando la richiesta del dirigente scolastico suffragata dall’interpretazione formulata dall’assessore Lizzi, sfidando pertanto la contraddittoria interpretazione del MIUR secondo il quale, in nome di ragioni di spesa che entrerebbero in aperto conflitto con l’articolo di legge sulle minoranze di lingua madre straniera, ai sei Istituti non devono essere assegnati il dirigente scolastico né il DSGA di ruolo, bensì si devono affidare le scuole in reggenza ad un dirigente scolastico con incarico su altra istituzione. E questo è solo l’inizio, annuncia Lizzi: “Se il MIUR  non addiverrà a più miti consigli, chiederemo una pioggia di dichiarazioni a tutti i Comuni e allora sì che i ricorsi saranno tanti”, per non parlare poi dell’intervento dei sindacati che potrebbero promuovere azioni eclatanti. L’assessore precisa così il suo pensiero: “Siamo di fronte ad una norma incostituzionale e lesiva del sistema scolastico friulano oltre che dei diritti delle famiglie”.

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