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Cittadini formati per monitorare il territorio: parte la fase operativa della sicurezza partecipata a Udine

Dopo la firma del protocollo, la Giunta De Toni ha approvato il vademecum operativo. Da aprile al via le selezioni per le persone che vorranno essere volontarie

Il progetto “sicurezza partecipata” del Comune di Udine, dopo essere passato al vaglio della giunta, è pronto a diventare operativo. Dopo la firma del protocollo con il Ministero dell’Interno e con la Prefettura l’amministrazione comunale ha approvato i documenti – vademecum operativo e avviso di selezione – che metteranno a terra i provvedimenti adottati per il coinvolgimento dei cittadini per la sicurezza della città. “Il nostro obiettivo”, ha spiegato Rosi Toffano, assessora a Partecipazione, quartieri, associazioni, sicurezza partecipata, “è quello di promuovere la sicurezza urbana attraverso la solidarietà tra cittadini, istituzioni e forze dell’ordine. Grazie all’attività di osservazione del proprio quartiere di residenza riusciamo a ottenere una maggiore prevenzione e sicurezza ma allo stesso tempo cementiamo lo spirito comunitario. Le persone residenti aumenteranno la consapevolezza di appartenere a una comunità”.

sicurezza partecipata

Vademecum

Il vademecum è il documento che rende operative le disposizioni previste dal protocollo, illustrando in cosa consiste l’attività di osservazione del quartiere, gli obiettivi del progetto, i soggetti interessati, le prerogative di referente e coordinatore, l’oggetto delle segnalazioni e i rapporti con le forze dell’ordine. All’interno viene chiarito come funzioneranno le segnalazioni e infine quali saranno le attività non consentite e i motivi di revoca dell’incarico ai cittadini volontari. “L’aumento dell’attività di osservazione non significa assolutamente potersi sostituire alle forze dell’ordine che sono le uniche deputate a garantire all’ordine e alla sicurezza pubbliche. I referenti e i coordinatori aumenteranno sicurezza e vigilanza creando e mantenendo una comunità attenta, scambiando informazioni utili a prevenire eventi criminosi”, ha continuato Toffano. L’attività di monitoraggio sarà effettuata dalle persone referenti dei gruppi di quartiere, i coordinatori dei referenti e i responsabili deputati delle forze di polizia e della polizia locale.

I diversi ruoli

Le persone volontarie potranno candidarsi rispondendo alla selezione indetta dalla Polizia locale tramite l’avviso specifico, che sarà pubblicato a giorni e rimarrà aperto fino al 30 di aprile. Le persone candidate dovranno rispondere ad alcuni requisiti specifici e superare la selezione da parte di una commissione presieduta dal Comandante della Polizia Locale, alla presenza di un ufficiale responsabile competente in materia di quartieri e di uno psicologo. I cittadini selezionati dovranno partecipare obbligatoriamente un corso di formazione, acquisendo la capacità di riconoscere le situazioni da monitorare e solo successivamente potranno essere attivamente coinvolti nell’attività di osservazione. Fra le persone referente individuate, la Polizia locale sceglierà i coordinatori e le coordinatrici, che si occuperanno di fare da trait d’union fra i referenti e la Polizia locale e riceveranno le segnalazioni dalle singole persone volontarie sul territorio e, dopo averle valutate, le inoltreranno alla Polizia.

“Sia i referenti che i coordinatori previsti dal protocollo saranno sottoposti a un’adeguata formazione, in modo da poter discernere cosa segnalare e come procedere nei casi opportuni”, ha spiegato Toffano. "Questo è fondamentale per fare in modo che i dovuti approfondimenti sulle singole casistiche si rivelino fruttuosi e si traducano in un effettivo vantaggio per la sicurezza e il benessere dei cittadini. Non è concesso che il ruolo dei cittadini sconfini in alcuna forma di pattugliamento, né collettivo né individuale. Questo anche per garantire la sicurezza di tutti”, ha voluto chiarire l’assessora anticipando eventuali polemiche su–

L'attività

Le persone volontarie potranno svolgere attività di mera osservazione rispetto a fatti circostanze che accadono nel proprio quartiere di riferimento, allo scopo di segnalarle alle istituzioni e alle forze dell’ordine. Non si tratta di segnalazioni di emergenze: per quelle rimane valido il numero unico 112. Non è prevista inoltre la possibilità di intervenire direttamente rispetto a un evento a cui capita di assistere. Il referente, una volta osservato un determinato fatto, può segnalarlo al coordinatore, che provvederà a inoltrare la segnalazione alle forze dell’ordine.

Gli avvisi da parte della cittadinanza riguarderanno esclusivamente: sospetti episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, persone in stato confusionale ed evidente difficoltà, situazioni significative di pericolo e disturbo alla quiete pubblica, atti vandalici, presenza di ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione, presenza o eventuale fuga sospetta di mezzi di trasporto o persone palesemente sospette, sospetti fenomeni di bullismo, utilizzo indebiti di spazi pubblici, presenza in luogo pubblico di auto, moto o biciclette che si sospettano rubate. Per quel che riguarda la presenza di persone in difficoltà o senza fissa dimora verranno coinvolti anche i servizi sociali del Comune.

Le segnalazioni verranno inoltrate dai coordinatori agli uffici della Polizia locale tramite la mail sicurezzapartecipata@comune.udine.it: l’incaricato della Polizia provvederà a interfacciarsi con i responsabili delle forze di polizia qualora le segnalazioni portassero alla necessità di un loro intervento. L’utilizzo di foto e video, qualora i referenti utilizzino sistemi di messaggistica per informare i coordinatori, dovrà riguardare esclusivamente il monitoraggio del quartiere e dovranno limitarsi alla mera informazione “tecnica”. I singoli referenti potranno inviare unicamente al coordinatore le informazioni che ritengono opportune e sarà evitata qualsiasi informazione extra, oltre che, come esplicitamente specificato, messaggi di augurio, saluto, conferma ricezione. Tutti i cittadini volontari coinvolti saranno tenuti alla massima riservatezza circa le informazioni acquisite nella loro attività.

Il loro raggio d’azione sarà limitato a questo tipo di attività. Non saranno oggetto di attività connessa alla “sicurezza partecipata”: indagini su persone, pedinamenti e domande, pattugliamenti. I referenti non potranno prendere iniziative personali e imprudenti ed è fatto divieto esplicito di utilizzare uniformi, emblemi e simboli riconducibili a forze di polizia, forze armate o corpi dello stato oltre che riferimenti a movimenti politici e sindacali, oltre che a sponsorizzazioni private. La Polizia locale infatti potrà revocare ogni tipo di incarico qualora venisse evidenziato un comportamento non consono al regolamento.

Dopo la partenza effettiva del progetto, questo sarà oggetto di un periodo di sperimentazione di sei mesi, al termine dei quali verranno analizzati i dati e saranno valutate eventuali modifiche o aggiunte migliorative.

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