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Riciclaggio / Ravascletto

30enni molto ricchi con una villa in Carnia, riciclavano denaro per sfuggire al fisco

La gip triestina Manila Salvà ha disposto il sequestro preventivo di poco meno di 600 mila euro dai conti delle società di un giovane di 31 anni di nazionalità kosovara e titolare di ditte operanti nell'edilizia a Trieste. La compagna, nullatenente, aveva ricevuto soldi per comprare due appartamenti, un magazzino, un ristorante e una villetta in montagna. Le indagini della guardia di finanza e della Direzione distrettuale antimafia

Una coppia di trentenni in possesso di due appartamenti, un ex ristorante, un magazzino e una villetta in Carnia. Peccato che i quasi 400 mila euro utilizzati per acquistare gli immobili facessero parte di un giro di soldi sul quale la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Trieste aveva messo gli occhi da tempo in ragione di diversi movimenti di denaro giudicati sospetti. Una ventottenne albanese (Luli Xheni) e un trentunenne kosovaro (Krasniqi Pajtim) sono finiti nei guai per le ipotesi di reato di riciclaggio di denaro e appropriazione indebita aggravata. Dopo la richiesta di sequestro preventivo degli appartamenti di via D’Isella e via Fortunio, di un magazzino di via Ravasini, del foro commerciale e già ristorante Città di Londra e di una villetta a Ravascletto, avanzata dal sostituto procuratore Federico Frezza, il Gip Manila Salvà ha disposto il sequestro di 584 mila euro dai conti correnti del Krasniqi. Di questi, la guardia di finanza è riuscita a recuperarne 454 mila. La donna aveva anche presentato istanza di riesame, ma il presidente della camera di consiglio giudice Enzo Truncellito l'ha rigettata. 

I fatti

Secondo il provvedimento, la Xheni avrebbe “con più azioni […] di un medesimo disegno criminoso” ricevuto dal suo compagno (socio unico della ditta edile Bora Srls e Bora 01 srl), un totale di poco più di 388 mila euro, utilizzati in parte per “pagare i cinque immobili”. La Xheni, come appurato dagli inquirenti durante l’indagine portata avanti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, di fatto era “poco più che nullatenente”, visto che tra il 2015 e il 2022 aveva dichiarato al fisco la somma complessiva di 11.369 euro.

Le motivazioni

La ragione per cui dalle società venivano trasferite ingenti somme di denaro ai conti correnti della donna (che nel frattempo aveva anche costituito la società “La forchetta che danza”), sarebbe quindi da ricercarsi nell’enorme debito con l’erario che il Krasniqi aveva negli anni accumulato. Si parla di una cifra di poco inferiore al milione di euro. “È per questa ragione – si legge -, vale a dire per non sottostare ad una esecuzione forzata, che (il trentaduenne kosovaro) ha intestato i beni a Luli”. “Vi è – continua il provvedimento – una precisa volontà di far sparire i beni”, analisi fatta dagli inquirenti in quanto “fondata su un primo illecito già avvenuto”. Gli acquisti immobiliari “sono stati pagati interamente con denaro distratto” dalle due società.

Le fatture per operazioni mai eseguite

L’uomo, come emerge dal provvedimento, aveva inoltre annotato in contabilità (indicandole in dichiarazione dei redditi), una “lunga serie di fatture per operazioni mai eseguite”. Nel 2020 la cifra presentata complessivamente nella dichiarazione è pari a 183 mila, nel 2021 si passa ad un milione e 261 mila euro, mentre l’anno in corso vede poco più di 700 mila euro. Di queste, come indicato, vi sarebbe stata un’evasione fiscale di circa 237 mila euro. Chi emette queste fatture sono principalmente ditte che lavorano nell’edilizia e nei servizi affini, diversi dei quali connazionali del Krasniqi, anche se non mancano anche società in mano ad italiani. Il sequestro è stato ordinato in quanto “tra la notifica della fissazione dell’udienza ed il passaggio in giudicato del provvedimento nulla impedirebbe di alienare gli immobili”.“Credo sia giusto che l’opinione pubblica conosca provvedimenti di questo genere – così ha parlato il procuratore capo Antonio De Nicolo –, perché sul fronte delle frodi fiscali e del riciclaggio siamo in prima linea”.

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