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Venerdì, 26 Aprile 2024
emergenza carceri

Giovane di 22 anni trovato morto in carcere a Udine

Si tratta di un detenuto che era stato trasferito da Trieste lo scorso 22 settembre: in Italia è il 74esimo suicidio in carcere

È stato trovato nel pomeriggio di ieri, lunedì 7 novembre, in fin di vita, nella sua cella di isolamento dove era stato rinchiuso perché aveva rapporti tesi sia con gli altri detenuti che con il personale di polizia penitenziaria. Per lui, però, non c'è stato nulla da fare. È morto così a 22 anni un giovane detenuto, trasferito a Udine dalla casa circondariale di Trieste lo scorso 22 settembre, dove era stato condotto nell'agosto del 2021 con l'accusa di tentato omicidio per fatti accaduti nel capoluogo giuliano nel giugno di quell'anno. 

I fatti

Il giovane, come ci conferma il garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Comune di Udine Franco Corleone, era in carcere con l'accusa di tentato omicidio avvenuto a Trieste. «Aveva avuto per un periodo i domiciliari, poi era uscito da casa e la madre aveva avvertito i carabinieri di Trieste e per questo era rientrato in carcere e mandato a Udine, non si sa perché. Aveva un carattere difficile e rapporti tesi sia con detenuti che con personale di polizia. Domenica aveva litigato con il compagno di cella e poi aveva preso bomboletta di gas aprendola e usandola per minacciare agenti, così è stata presa la decisione di metterlo in stanza di isolamento con sorveglianza particolare. Un agente gli ha parlato alle 15 e poi lo ha trovato in fin di vita: è stato fatto un tentativo di rianimazione ma non c'è stato nulla da fare», racconta Corleone. 

Emergenza carceri

Dall'inizio dell'anno sono 74 i detenuti suicidi in tutta Italia. «Sono morti che testimoniano che c’è una situazione estremamente difficile nelle carceri», commenta Corleone. «Con il covid, le chiusure, le quarantene e la sospensione delle attività, la situazione è diventata davvero pesante. Nessun c'è stato, infatti, alcun ristoro per i detenuti che hanno fatto una galera più pesante del previsto e ogni proposta di considerare forme di detenzione diverse sono cadute nel vuoto». Questo il grido d'allarme del garante, che non nasconde la preoccupazione per il futuro. «Ora c'è addirittura la tendenza a restringere spazi e i diritti per i detenuti. Il clima è quello che è e si aggiunge al tema del sovraffollamento».

A Udine

Anche il capoluogo friulano, ormai, deve fare i conti con una situazione al limite dell'emergenza. I posti disponibili sono 86 ma da tempo si è ormai sull'ordine delle 140 persone presenti in via Spalato. «La situazione è difficile, il sovraffollamento anche a Udine ormai è notevole. Inoltre i casi che meriterebbero più attenzione annegano nella gestione dell’emergenza: se non si affrontano le questioni legate a droga, piccoli reati e tossicodipendenza, con persone che dovrebbero trovare una soluzione diversa dal carcere, si continua a vivere pericolosamente». Per Corleone, che in questi ultimi anni ha lanciato diversi appelli, creando una rete associativa sul tema delle carceri, la questione riguarda soprattutto un sistema detentivo alternativo. «Ci sono persone con disturbi più o meno gravi, mentali o di comportamento, che non hanno soluzioni esterne. Ho sollecitato anche l’assessorato alla Sanità della Regione Fvg, perché bisognerebbe trovare dei luoghi affinché alcune persone scontino la loro pena con un'assistenza psicologica in strutture diverse dal carcere. Finora Udine si era salvata, ma ora non si può far finta di niente ed episodi come quello di ieri incidono sull’equilibrio del carcere». 

Conclude Corleone: «A metà dicembre ci sarà un seminario sugli aspetti di detenzione e faremo un bilancio per rilanciare un impegno, ma il punto è che tutti devono fare qualcosa a partire dalla ricerca di misure alternative, meno incarcerazione per piccoli reati. Il carcere è una realtà che ha bisogno di speranza, perché se c’è solo buio ci sono le rivolte, i suicidi e la depressione». Nulla a che fare con la riabilitazione sociale, insomma.

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