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Martedì, 30 Aprile 2024
Lutto / Centro / Viale Giuseppe Tullio

Addio al Curra, uomo libero e altruista morto senza disturbare nessuno

Claudio Corrado è morto improvvisamente a 55 anni nella sua abitazione di via Tullio. Stava male da qualche giorno: gli amici hanno chiamato il 112 perché non rispondeva al telefono

Il Curra. Così lo chiamavano le persone amiche, quelle che erano abituate a trovarlo nei "soliti" posti, quelli che lui amava e dai quali era ricambiato. Claudio Corrado è morto improvvisamente a 55 anni all'interno della sua abitazione di Udine, lasciando in quell'incredulità tipica delle morti improvvise chi gli ha voluto bene e lo ha considerato da sempre amico e fratello. Qualche giorno fa Corrado aveva avvisato gli amici di avere un po' di febbre e che, per questo, non sarebbe uscito di casa. "Mercoledì sera era a vedere la partita della Roma, ma già non stava bene. Giovedì era all'osteria da Pozzo, ma aveva deciso di rientrare a casa presto. Qualcuno gli ha portato una Tachipirina, forse ha preso anche un antibiotico prescritto dal medico. Quando in serata l'ho chiamato per sapere come stava non rispondeva, ma ho creduto stesse dormendo", racconta con la voce rotta dalla commozione un amico fraterno, che condivideva con lui serate, valori e risate. Invece il grande cuore del Curra, probabilmente, aveva già smesso di battere giovedì 1 giugno. Venerdì pomeriggio gli amici fidati, non ricevendo risposta né al telefono né al campanello, hanno così deciso di chiamare il 112. Da qui la scoperta: Corrado è stato trovato privo di vita, probabilmente a causa di un infarto.

Il Curra si vedeva sempre in giro per Udine ed è tra le osterie e le manifestazioni che si era creato la sua vera famiglia, visto che una di origine ormai quasi non l'aveva più. A 15 anni era rimasto orfano di padre e aveva cominciato a lavorare alle fonderie Bertoli. Negli ultimi anni faceva consegne e si era stabilito in via Tullio, a Udine. Da quando ieri, venerdì 2 giugno, si è sparsa la voce della sua morte, le persone amiche, quelle della "grande famiglia", si sono riunite per condividere questo momento di tristezza attraverso ricordi e risate. Lo hanno fatto attorno a uno di quei vecchi tavoli di legno sporchi di vino rosso versato per sbaglio. "Un quartino", era quello che Corrado ordinava sempre. "Era una persona indescrivibile per quanti pregi aveva, non c'è posto o attività che io abbia fatto senza di lui, era la mia bussola. Lo stadio tutte le domeniche, le feste del Pci sempre in prima linea come tutti i 25 aprile, i bar che con lui dentro ti sentivi a casa e ti regalava lo stato d'animo allegro del quale avevi bisogno", ci racconta un amico che ora vive lontano e che, grazie a lui porta Udine e il Friuli nel cuore. Quella Udine e quel Friuli che il Curra amava girare a bordo della sua Renault 4, che gli amici e le amiche vorrebbero usare anche per l'ultimo saluto. "Lui non si prendeva troppa cura di sé stesso perché era impegnato a farlo per gli amici, sempre sorridente e disponibile", ricordano. Altruismo, orgoglio e dignità sono le parole che ricorrono più spesso nei racconti commossi - e sempre divertiti - di chi lo ha conosciuto. Insieme a quel senso di libertà che lui ha sempre difeso, grazie a una profonda conoscenza della storia e della politica. "A Claudio non interessava diventare vecchio, forse non voleva proprio diventarlo. Penso lo avesse deciso molti anni fa, quando ha perso il padre in piena adolescenza. È cresciuto in un ambiente privo di fronzoli. Nelle situazioni difficili o dolorose non mostrava debolezze, teneva tutto dentro di sé ma sapeva sciogliersi e scioglierti in un abbraccio sussurrandoti in un orecchio quanto ti volesse bene", ricordano ancora. "Ha scelto di non voler essere di peso a nessuno, ed è così che se n'è andato, in punta di piedi, senza disturbare nessuno".

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