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Cronaca Lignano Sabbiadoro / Via Udine

Inquinamento: Lignano supera l'esame della Goletta verde

Presentati i risultati del monitoraggio in Friuli Venezia Giulia:
due su otto i punti di campionamento fuori legge, alle foci dell'Isonzo e sullo Stella a Precenicco

Ancora oggi la sfida della depurazione delle acque reflue non può considerarsi conclusa: su otto punti  monitorati, due sono risultati fuori legge, di questi uno come “fortemente inquinato”. E’ quanto emerso dalla fotografia sulla qualità delle acque regionali scattata dal monitoraggio dei biologi di Goletta Verde di Legambiente. Dati che dimostrano ancora una volta delle carenze depurative e la presenza di scarichi non trattati adeguatamente dagli impianti. Un’istantanea che, seppur per il 75 per cento dei punti monitorati presenta una carica batterica entro i limiti di legge, impone di mantenere alta l’attenzione sul tema della depurazione in Friuli Venezia Giulia.
Non è solo la mancata depurazione a mettere a rischio il mare e le nostre coste. I numeri del rapporto “Mare Monstrum” evidenziano una regione dove sono in crescita fenomeni d’illegalità dei “pirati del mare”, con un aumento dei reati per chilometro di costa, di abusivismo edilizio sul demanio e di pesca di frodo.

È questo quanto evidenziato da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. Un viaggio che è partito proprio da Lignano Sabbiadoro e si concluderà il 18 agosto in Toscana, dopo più di 30 tappe da nord a sud della Penisola per dar seguito alle tante battaglie in difesa dell’ecosistema marino e del territorio. L’istantanea regionale che si evince dai risultati delle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente, è stata presentata questa mattina in conferenza stampa a bordo della Goletta Verde, ormeggiata presso Marina di Punta Faro del Comune di Lignano Sabbiadoro, da Katiuscia Eroe, portavoce della Goletta Verde di Legambiente e di Elia Mioni, presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia.

Passando al setaccio le foci dei fiumi ma anche spiagge segnalate dai cittadini, senza per questo volersi sostituire al ruolo delle Istituzioni preposte i  biologi di Goletta Verde, riportano due criticità. In provincia di Udine, c’è da segnalare il “forte inquinamento” riscontrato nel comune di Precenicco, in corrispondenza della foce del Fiume Stella. Nel comune di Lignano Sabbiadoro, invece, nei tre punti campionati (presso Terrazza a Mare, all’incrocio lungomare Trieste-via Gorizia; in località Lignano Pineta, arenile verso la pineta e  in località Punta Faro in prossimità della bocca canale Coron tra punta Lignano e isola Marinetta) gli inquinanti presi in considerazione sono risultati entro i limiti di legge. In provincia di Gorizia, invece, sono risultate “inquinate” le acque presso la Foce Isonzo-via Punta Sdobba in comune di Grado, mentre presentavano valori entro la norma quelle del campionamento effettuato a Monfalcone alla spiaggia in via delle Jarrette. Infine, in provincia di Trieste, sono risultati entro i limiti stabiliti dalla normativa i prelievi effettuati nei comuni di Sistiana (Castelreggio - canale sulla spiaggia) e Trieste (Lanterna Lungomare). Tutti i campionamenti sono stati effettuati l’11 giugno 2013.

“I monitoraggi della Goletta Verde in Friuli Venezia Giulia evidenziano ancora una volta la situazione di inquinamento causata da alcune foci e da scarichi fognari non a norma, nonostante i prelievi siano stati effettuati all’inizio della stagione estiva – sottolinea Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde di Legambiente -. Nei prossimi mesi di alta stagione e con una presenza sempre più massiccia di turisti la qualità delle acque potrebbe peggiorare. E’ per questo che chiediamo alle amministrazioni di mantenere alta l’attenzione sulla depurazione, anche se in presenza di un’apparente situazione di normalità. Criticità già emerse dai dati dell’Istat, purtroppo aggiornati solo al 2008, secondo cui il Friuli Venezia Giulia è al 77,3% per percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione, un valore inferiore di oltre quattro punti percentuali  rispetto alla media delle regioni costiere del Nord Italia, pari al 81,9%. Le carenze del sistema di depurazione non solo danneggiano ambiente e salute ma costringono spesso a investire fondi per gestire le “emergenze”, mentre potrebbero essere utilizzati per dare il via a cantieri per il trattamento dei reflui fognari. E’ prioritario intervenire in maniera finalmente efficace anche nell’interesse del settore turistico - conclude Eroe - perché tutelare l’ambiente e la qualità del mare è condizione indispensabile all’economia della regione e presupposto per il suo futuro sviluppo sostenibile”.

“Abbiamo già espresso in sede istituzionale le nostre perplessità sul Piano regionale di tutela delle acque, in particolare per quanto riguarda la depurazione – dichiara Elia Mioni, presidente Legambiente Friuli Venezia Giulia – Nello stesso piano si evidenziano i “gravi limiti gestionali” dei depuratori della provincia di Udine con conseguente “modesta resa depurativa”.  Non è possibile che un Piano di tutela si limiti a una valutazione generica di questa grave problematica. Non solo: manca un elenco dei depuratori, non c’è una loro descrizione in termini di tipologia tecnologica, non si sa quali siano le loro efficienze se non che in alcuni casi l’efficienza è addirittura peggioramento. Non è noto, inoltre, quanti siano gli abitanti equivalenti allacciati alle fognature, quanti quelli che effettivamente raggiungono le fognatura. Elementi che determinano a nostro avviso l’impossibilità di stimare il carico immesso nell'ambiente, in quanto non è noto cosa e quanto viene depurato. Chiediamo per questo alla Regione di ridiscutere pubblicamente il piano e affrontare tutte le criticità per ora sottovalutate”.

Qualità delle acque e carenza del sistema di depurazione sono solo alcuni degli aspetti di un fenomeno di illegalità diffusa ben più ampio che riguarda la tutela del mare e delle coste e che non risparmia il Friuli Venezia Giulia. I numeri fotografati dal rapporto “Mare Monstrum” di Legambiente sono inequivocabili e parlano di una regione, seppure agli ultimi posti nella classifica nazionale, dove sono in aumento i reati ambientali per ogni chilometro di costa rispetto allo scorso anno. Nel 2012 è cresciuta la pressione dei fenomeni d’illegalità che riguardano il mare e le coste. Ad aumentare è il numero di reati (271, pari a 2,4 illeciti per ogni chilometro di costa), quello delle persone denunciate (335 contro i 261 dello scorso anno), mentre è leggermente in calo il numero di sequestri (48). Non meno importante, tra i nemici del mare l’abusivismo edilizio: anche qui le infrazioni accertate (54) sono in crescita rispetto allo scorso anno. Così come lo è la pesca di frodo. Dati che testimoniano sicuramente un sempre maggior impegno da parte delle forze dell’ordine e delle Capitanerie, ma che certamente impongono di tenere alta la guardia.

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica  campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, responsabile Comunicazione del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – continua - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Nel 2012 in Friuli Venezia-Giulia, il Consorzio ha raccolto 3.985 tonnellate di oli lubrificanti usati, 1.911 delle quali in provincia di Udine.

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