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Cronaca

Università, parla Zagnoni il giorno dopo la protesta: "Non c'è stata disponibilità a discutere pubblicamente"

Il docente associato di Storia dell'Architettura aveva manifestato contro l'Ateneo Friulano dopo essere stato richiamato da Ferrara senza conoscere l'indirizzo didattico. Oggi chiede di "vigilare su quanto avvenuto"

Aveva manifestato nei confronti dell'Ateneo udinese calandosi nelle vesti di 'Sandwich man', esprimendo indignazione per il trasferimento che i vertici dell’ateneo udinese gli hanno imposto

Oggi Stefano Zagnoni, docente associato di Storia dell'Architettura, chiarisce ulteriorimente l'atto della protesta e ciò che, in realtà, non è accaduto:

"A oltre 24 ore dall’inizio della mia azione comunicativa e di protesta - spiega il professore - che ha preso avvio ieri mattina in concomitanza con la seduta del Consiglio di amministrazione dell’Università di Udine per sollecitare un confronto pubblico con gli organi dirigenti dell’Ateneo in merito alla risoluzione unilaterale della convenzione in base alla quale stavo da tre anni prestando presso L’Università di Ferrara (dopo i 19 anni passati presso UniUD), devo constatare che non c’è stata alcuna disponibilità a discutere pubblicamente perché ritengo doppiamente pretestuosa tale risoluzione. Ovvero, e a mio avviso: per il motivo inconfessato (l’allontanamento della collega Paola Gennaro che, in base a convenzione analoga alla mia, prestava finora servizio a Udine provenendo dall’Ateneo ferrarese) e quello dichiarato di “sopravvenute esigenze didattiche o scientifiche”, che, anche in base a documenti agli atti, credo possano essere in realtà considerate strumentali ad altri fini, piuttosto che alla funzionalità degli studi Architettura e, quindi, all’interesse primario degli studenti.

Zagnoni riferisce che "gli unici contatti, per altro volti  a farmi desistere dalla mia azione, sono stati affidati nella tarda serata di ieri al personale addetto alla portineria e, di seguito, ad agenti della Digos".

Il professore lancia un desiderio: "Auspico che, al di là del mio caso personale, gli organi di informazione e la società civile si facciano carico di vigilare su quanto avvenuto e avviene all’interno di quel fondamentale bene comune che è l’Università pubblica di Udine e, nello specifico, all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura e dei Corsi di studi in Architettura".

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