Eredita un miliardo di lire, ma la Banca d'Italia gli nega la conversione in euro

Una storia da film quella di Claudio Rizzi, 44enne, precario di un call center della Fastweb, originario di Udine ma residente a Siena, che dall’oggi al domani si è trovato ad ereditare una fortuna: un miliardo di lire circa in titoli e 500mila lire in contanti, ricevuto da un vecchio zio materno che non aveva altri parenti a cui lasciare tutto quanto accumulato. Il “tesoretto” era custodito in una cassetta di sicurezza in banca, aperta circa due settimane fa. 

Allo stupore e alla gioia è però seguita l’amarezza, quando allo sportello Bankitalia gli è stato detto che il cambio in euro non è più possibile. Così Rizzi si è rivolto all’ufficio legale di Agitalia, che si occupa della tutela dei soggetti penalizzati in queste particolari situazioni, al fine di ottenere il cambio delle lire in euro tramite l’istituto della mediazione bancaria.

Come ricorda proprio l’associazione, se è vero che è stato stabilito un termine decennale (2002-2012) per il cambio delle lire in euro è altrettanto vero – come sostiene ampiamente la Giurisprudenza – che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto. Quindi i dieci anni per il cambio lire/euro decorrono dal giorno del ritrovamento delle somme in lire. Qualche tempo fa il Giudice Guido Vannicelli, del Tribunale di Milano, in un caso praticamente identico ha sollevato l’illegittimità costituzionale del decreto Monti 121/2011 che aveva sancito l’immediata decadenza del cambio della lira in euro. Questo esproprio forzoso del Governo Monti (sono le parole utilizzate dal Magistrato nel provvedimento) contro i cittadini sembra destinato dunque a finire. 

Alcuni fra i titoli ereditati da Rizzi