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Carnera 4.0, si sollevano i primi dubbi e nasce già un comitato contro

I consiglieri regionali Francesco Martines e Massimiliano Pozzo (Pd), Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) e il consigliere comunale di Udine Stefano Salmè, della lista Liberi elettori - Io amo Udine, manifestano perplessità

A poche ore dall'incontro che oggi, martedì 7 novembre, ha visto al centro la presentazione di un progetto per il PalaCarnera con protagonisti diversi esponenti della politica regionale ma, soprattutto, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, nascono già primi dubbi in merito. La questione gira intorno al coinvolgimento tra pubblico e privato: a presentare il progetto è stato il presidente Apu Old Wild West Udine Alessandro Pedone. «Il progetto del Palasport Carnera 4.0 è sicuramente un intervento importante che può portare ulteriore lustro e visibilità a Udine e al Friuli, arricchendo l'offerta sportiva in sintonia con lo Stadio. L'auspicio è che ci sia la più ampia partecipazione da parte dei privati in modo che la Regione abbia il maggiore spazio possibile di intervento a beneficio degli sport dilettantistici a favore dei giovani», affermano i consiglieri regionali Francesco Martines e Massimiliano Pozzo (Pd) e Serena Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra). «Ci auguriamo che l'operazione abbia un'ottima convenienza economica per i privati, al punto tale che investano in maniera importante ridimensionando così l'intervento della Regione, in maniera tale che le risorse pubbliche vengano spostate più a favore delle realtà sportive minori che si occupano della crescita umana, sportiva e sociale dei giovani. Dal pubblico ci aspettiamo un ruolo in linea con le sue finalità, ossia il sostegno e la promozione della cultura dello sport inteso come socialità, salute, volontariato che soprattutto ora, a fronte della riforma nazionale dello sport, vede molte società sportive dilettantistiche in difficoltà. Infine, è positivo che il progetto illustrato oggi non preveda consumo di suolo, recuperando quindi lo spazio occupato dall'attuale palazzetto».

Il "no" agli investimenti pubblici

Ad affondare il colpo, però, tanto da annunciare prontamente la nascita di un comitato referendario per il "no" al finanziamento pubblico del Palasport 4.0, è il consigliere comunale e presidente della lista “Liberi Elettori - Io Amo Udine”. «L’incontro di questa mattina in sala Ajace per illustrare il progetto del cosiddetto “Palasport 4.0”, che ha visto riuniti tutti i protagonisti della casta politica, ha rafforzato i nostri timori circa l’opacità del programma delineato. Tutti i relatori (il presidente dell’Apu Alessandro Pedone, il deputato Walter Rizzetto, il presidente e il vice-presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga e Mario Anzil, il ministro dello sport Andrea Abodi) hanno parlato del “Pala Carnera 4.0” presentandolo come un “sogno” da realizzare», tuona Salmè in una nota stampa. «Come abbiamo ribadito più volte durante la campagna elettorale, la lista “Liberi Elettori- Io Amo Udine” è contraria a investire 15 milioni di euro pubblici in un’opera definita di “project financing”, dove si “socializza l’investimento ma si privatizzano i futuri utili”. Un’operazione che potremmo definire di “economia creativa” dove i soci privati riescono, con gli applausi unanimi della casta politica, a farsi affidare per cinque decenni il nuovo Palazzetto e nel contempo ottenere una variante al Piano Regolatore della città tale da consentire di realizzare a fianco della nuova opera, anche un’area wellness da 2 mila metri quadrati e un hotel da 150 camere». Per il consigliere Salmè, già candidato sindaco, una soluzione era già stata presentata a suo tempo dalla sua lista. «L’alternativa c’è e l’avevamo già esposta in campagna elettorale: basterebbe utilizzare il modello della convenzione tra Comune di Udine e Udinese calcio per il nuovo stadio». 

Comitato

«In tutto questo contesto sono letteralmente scomparsi gli interessi dei cittadini udinesi, di quelli che avrebbero bisogno di un sostegno economico per resistere al difficile momento economico e sociale, delle categorie economiche interessate alle conseguenze del progetto, (albergatori, piccole imprese etc.) ed è scomparsa la vera politica, quella che si assume la responsabilità di tutelare l’intera collettività e non solo di soddisfare le sia pur legittime ambizioni di ristrette oligarchie economiche. Se le ragioni che intendiamo tutelare non saranno ascoltate nel consiglio comunale di Udine, la lista “Liberi Elettori-Io Amo Udine” sarà pronta a raccogliere le firme per un referendum cittadino sulla futura convenzione che regolerà i rapporti tra Comune e Apu, dove l’elettore si troverà una scelta chiara, da una parte “l’interesse generale”, dall’altra “l’interesse di un oligopolio”. Questo pomeriggio si è costituito il primo nucleo del “Comitato referendario per il No al finanziamento pubblico del Palasport 4.0».
 

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